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Giancarlo Inzaghi: «Simone e Pippo il mio orgoglio. Quando uno perde…»

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Simone e Pippo sono l’orgoglio di papà Giancarlo. Per La Repubblica, ecco le parole del capofamiglia Inzaghi

Due figli in Serie A. Prima come giocatori, poi come allenatori. Filippo e Simone Inzaghi, legati da un amore indissolubile per la famiglia: un vero orgoglio per papà Giancarlo. Lo stesso che si è raccontato per le colonne de La Repubblica:

FIGLI – «Figuratevi che io guardo le partite di Pippo e Simone chiuso in una stanza con le tapparelle abbassate. Siamo in due. Io e mia moglie. Ma non abbiamo mai visto insieme una partita. Lei sta in camera da sola, io in sala. Non voglio vedere o sentire nessuno. Ci parliamo da una camera all’altra per tenerci informati, nel caso in cui giochino in contemporanea. Di rado ci diamo il cambio. Ho 73 anni, faccio ancora palestra. Ma quando uno dei due perde me ne sento dieci di più. Mi hanno dato entrambi grandi soddisfazioni, perché oltre a essere bravi nel loro lavoro sono anche persone perbene e possono insegnare tanto. Quando incontro i loro avversari me lo riconoscono tutti». 

PIPPO E SIMONE – «Pippo è un gran lavoratore, non ne avete idea: a volte lo chiamo alle otto e mezza di sera che ha appena finito di fare la doccia. È letteralmente malato del suo lavoro. Se lo tiri via dal campo, è morto. Se è così anche Simone? No, Simone le sue ore libere se le prende volentieri. Poi si cercano molto e si danno consigli a vicenda».

MIHAJLOVIC – «Conosco Sinisa dai tempi in cui giocava assieme a Simone alla Lazio, non posso che avere piacere per lui».

ANEDDOTO – «Un giorno eravamo in macchina io e Simone. Fermi al semaforo, accostano e ci intimano di abbassare il finestrino. Io penso subito “Ecco, sono arrivati gli ultras”. E invece volevano solo dirgli: “Vedi di non rompe er…”. Ma lo dissero scherzando, oserei dire con affetto».

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