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Dal Pino: «Bisogna sottolineare il valore del calcio»

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Il presidente della Lega Serie A Dal Pino ha parlato durante Sport Industry, talk online organizzato da Rcs Academy: le sue parole

Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, ha parlato durante Sport Industry, talk online organizzato da Rcs Academy. Le sue parole riportate da Calcioefinanza.it.

STAVELEY – «Abbiamo 8 proprietà straniere, 7 americane e una cinese che hanno creduto nella Serie A e che ritengono ci sia potenziale di crescita. Quando si investe si guarda alle potenzialità società e mercato in cui si opera. Se la signora Amanda Staveley ha preferito investire nel Newcastle rispetto all’Inter o al Milan, si vede che le piacciono le utilitarie e non le macchine di Formula 1».

FONDI – «Quando tutti i più grossi fondi internazionali guardano alla Serie A, lo fanno perché c’è potenziale. Però va detto che è compito nostro tirare tirare fuori quel potenziale. Io sinceramente preferirei avere il 90% di una cosa che tra 5/6 anni vale 30 miliardi, piuttosto che il 100% di una cosa che oggi vale 17 e tra qualche anno magari meno. Abbiamo dovere di creare valore, non solo per investitori italiani ma anche per chi arriva dall’estero».

STADI – «Ci sono oggi in Serie A 10 club che hanno progetti di o un nuovo stadio o di rinnovamenti, con 2,5 miliardi pronti ad essere investiti e messi sul piatto. Bisogna forse fare un appello a Draghi, perché questi sono investimenti che possono essere moltiplicatore di pil, che possono dare occupazione e gettiti fiscali importanti.  Dunque ora cerchiamo di trovare sintesi in cui processo decisionale porta a risultati. Il rapporto con politica è complicato? Direi di sì».

SERIE A – «Bisogna sempre sottolineare quello che è il valore sociale ed economico del calcio, in particolare della Serie A, nel nostro sistema. Si tratta di un qualcosa di importante e di fondamentale Il lavoro interno facciamo fatica a portarlo avanti, perché all’interno della stessa Lega ci sono difficoltà a trasformare idee in progetti concreti. Abbiamo alcuni, pochi, presidenti che hanno governato calcio negli ultimi 20 anni e cercano di continuare a farlo, e non aprono a progetti innovativi. Prima fondi, poi media company, progetti che possono cambiare governance della Serie A che è dramma, impedisce di lavorare a chi c’è dentro. Il tema vero che si pone oggi è quello che per gestire aziende, e la Serie A è un’azienda, devi avere una governance appropriata. Non conosco nessuna azienda in cui per prendere ogni decisione ha bisogno del 70% dei consensi. Vuol dire che le minoranze di blocco dettano l’agenda. La Serie A è fatta da tanti imprenditori brillanti, sono certo che c’è una maggioranza che vuole si portino avanti idee. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo, la struttura della Lega ha lavorato bene creando IBC  di Lissone che è gioiello all’interno del sistema calcio internazionale, da soli possiamo produrre e distribuire contenuti calcistici a livelli che nessun altro può raggiungere. Abbiamo creato qualcosa che ha già valore enorme. Non è tanto minoranza che urla e tutte le volte butta la palla in fallo laterale, in una riunione in cui si parla di idee non si può attccare la Figc. È sempre trovare qualcosa di politichese per non occuparsi del vero tema. Il vero tema è che la Serie A torni il più belò campionato d’Europa e che le squadre sopravvivano alla crisi. Lasciando perdere la totale assenza del Governo verso calcio con ostracismo inspiegabile, anche noi con piano industriale dobbiamo dare credibilità al cambiamento».

 

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