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Diabolik: «Nessuno ha detto ‘no alle donne’, ma la Nord deve tornare quella di una volta!»

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Il capo ultras Diabolik ha risposto alle critiche arrivate dopo il volantino in cui si invitavano le donne a non occupare le prime file della Nord

Il volantino fatto circolare sabato scorso in Curva Nord, in cui si invitavano le donne a non occupare le prime dieci file del settore, ha alzato un vero e proprio polverone. Per chiarire il contenuto del messaggio, ha preso parola il capo ultras Diabolik, che sulle colonne de Il Tempo si è espresso in questo modo: «Nessuno ha detto ‘no alle donne’, ma è stato chiesto di lasciare libere le prime dieci file della Nord, da sempre occupate dai ragazzi del direttivo che si fanno in quattro per la Lazio durante tutto l’arco della stagione. Chi viene sempre, uomini e donne che frequentano lo stadio ha capito benissimo il senso di quel volantino (…) La Nord non è più quella di una volta e noi vogliamo riportarla tale. Lo stile per noi è la prima cosa e per le donne che si vogliono fare i selfie in mezzo a noi, baciarsi in maniera poco elegante ci sono le file superiori. Lì sotto per noi è sempre stata una trincea, in senso metaforico, e quella trincea noi la vogliamo difendere. La curva si vive in modo diverso. Lì, nelle prime file, gente è morta per la Lazio, ha pagato con arresti e diffide per la Lazio (…) E poi, quello che i benpensanti e ‘donne offese’ non hanno considerato è il discorso sicurezza. Non possiamo rischiare che ad ogni gol, visto che la stadio Olimpico di sicuro non ha nulla, una ragazza o un bambino finisca schiacchiato contro il cancello che sta sotto o centro la vetrata».

ALTRI FRAMMENTI«Laggiù per noi è come fosse una bisca e le donne non stanno bene in un simile contesto. E’ la verità. Come mi troverei io stesso in difficoltà in una palestra con tutte donne a vedere della danza classica (…) Ci sono regole non scritte in tutte le curve. Noi chiediamo che, come è sempre stato, quelle file siano occupate da chi porta avanti la baracca, chi realizza coreografie di cui poi tutti si vantano».

OPINIONE PUBBLICA «Perché invece di parlare di queste inezie, non ci portano i nomi dei responsabili dei crolli di Rigopiano e Genova, e degli altri ponti che sono a rischio? L’opinione pubblica ormai è un’opinione manipolata dai media. Qualsiasi cosa facciamo noi se ne parla, criminalizzandoci. Vedi anche il volantino sull’abbigliamento. La tattica della distrazione dai reali problemi della società funziona».

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