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Conferenza stampa Sarri: «Immobile? Vediamo domani. Obiettivi? Prima risolviamo i problemi»

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Conferenza stampa Sarri: il tecnico ha presentato la sfida di sabato pomeriggio contro la Juve. Le sue parole

Maurizio Sarri si aspetta una prova importante da parte della sua Lazio sabato pomeriggio contro la Juventus. La vittoria contro la Salernitana prima della sosta, che ha dato seguito al successo sulla Fiorentina e al prezioso pari col Marsiglia in Europa League, non deve trasformarsi in un fuoco di paglia.

Vero che la Lazio ha difficilmente steccato i big match in questa stagione come testimoniano le vittorie nel derby e contro l’Inter (oltre al pari beffa subito nei minuti finali dall’Atalanta), ma è altrettanto vero che la gara contro la Vecchia Signora assume un’importanza diversa. La sfida arriva a poche giornate dalla fine del girone di andata e una vittoria biancoceleste, oltre ad affossare quasi definitivamente i bianconeri, rilancerebbe Acerbi e compagni  come favoriti per la lotta al quarto posto. Il Comandante attende risposte: il gruppo ha tutta l’intenzione di accontentarlo. E Sarri ha parlato in conferenza stampa quest’oggi. Dalle 14.15, vi abbiamo raccontato le sue parole in diretta.


LUIS ALBERTO – «Per noi è un giocatore importantissimo e non a caso da quando sta giocando ai suoi abituali livelli, la squadra ha fatto prestazioni diverse. Stiamo cercando di impostare la squadra su di lui e su Milinkovic. Il percorso non è stato semplice ma strada presa sembra essere quella giusta».

ATTACCO JUVE – «La Juve, al di là della classifica, mi sembra abbia la rosa più profonda e forse anche quella con più qualità della Serie A. Non è un discorso dell’attacco ma dei singoli di alto livello, vediamo di dargli la gestione della palla il meno possibile per contenerli al massimo».

ALLEGRI – «Gli scontri tra gli allenatori sono discorsi giornalistici. Noi speriamo di confermare quanto di buono fatto vedere prima della sosta».

CENTROCAMPO – «Noi abbiamo degli ottimi giocatori e loro anche, è tutto da vedere. Stanno aprendo un ciclo nuovo anche loro e saranno a metà del percorso, non sono ancora la squadra che vorranno diventate. Io sono contento dei miei e penso che abbiano ancora margini di crescita».

L’ANNO ALLA JUVE – «Inallenabile? Sono quei virgolettati che i giornalisti mettono sul sentito dire, io non ho mai detto questo, non ci sono dichiarazioni su questo. Io sono partito dal basso e sono arrivato a vincere lo Scudetto in A, è qualcosa che chiude un cerchio di 20 anni fatti nelle categorie inferiori, questo mi è rimasto sicuramente».

QUARTO POSTO – «Dobbiamo risolvere i nostri problemi prima di pensare ai nostri obiettivi. Tre partite significano poco: fino ad ora abbiamo avuto un’ottima reazione a una partita disastrosa. Essere tosti per 15 giorni riesce a tutti, per 3 mesi a pochi, per 11 mesi solo a chi poi va a raccogliere risultati importanti. Se fra 3 mesi la squadra ha fatto 15 partite con continuità di prestazioni potremo allora darci un obiettivo».

IMMOBILE – «L’edema è risolto, c’è ancora un piccolo segno che potrebbe lasciar pensare a qualche tipo di rischio. Domani mattina farà una ulteriore tac per vedere la situazione».

TRE GARE – «Spero di trovare qualche ora per dormire perché sarà dura. Quando entri in questi momenti è dura per 2000 motivi. Noi giocheremo in Russia giovedì, rientreremo venerdì pomeriggio e poi domenica giocheremo a Napoli. Tre gare importantissime, le giochiamo con questo calendario difficile anche dal punto di vista cronologico ma ora pensiamo alla prima, senza andare a pensare oltre. Spendiamo tutto quello che abbiamo da spendere e poi giovedì pensiamo al da farsi».

LA SOSTA – «E’ complicato per tutti. Ti trovi dal club alle Nazionali: allenamenti diversi, pensieri diversi, alimentazioni diversi. Si può pensare che sia tutto automatico ma la gara dopo la sosta è difficile per tutti, per noi maggiormente perché non abbiamo una mentalità consolidata. Eravamo in crescita e non è automatico ripartire da quello, per noi è più delicato ripartire proprio per questo».

DIFFERENZE JUVE LAZIO – «Io sono arrivato lì in un momento storico particolare. Venivano da 7-8 campionati vinti ed era quasi inevitabile che dessero il campionato per scontato ma in realtà è stato difficilissimo. C’è stato il lockdown, c’era una squadra che probabilmente stava arrivando alla fine di un ciclo e infatti è stata ringiovanita. Al di là dei festeggiamenti degli altri, a me ha dato soddisfazione vincere quel campionato».

RINNOVO – «Io parlo con il presidente quasi tutti i giorni. Quando viene qui abbiamo modo di scambiarci opinioni e il resto. E’ un rapporto molto diretto, io gli ho sempre detto quello che penso. Le scelte però le fa il presidente: lui sa quello che penso e io so quello che pensa. Le basi per costruire qualcosa ci sono».

IMMOBILE – «Dipende dallo staff medico e dalle decisioni del ragazzo».

PEDRO CENTRAVANTI – «Abbiamo provato due squadre, una con il centravanti classico e una senza. Pedro può fare l’attaccante centrale, lo ha fatto anche al Chelsea e anche al Barcellona, è una soluzione che ci farebbe giocare in maniera diversa».

BASIC – «Io non voglio mai andare a giocare sulle qualità degli avversari, difficilmente avremo una fisicità come la Juve, anzi forse mi piace di più contare sull’opposto e noi faremo la nostra partita indipendentemente dalla fisicità della Juve. Ovvio che in alcune situazione sarà uno svantaggio ma in altre un vantaggio».

LAZZARI E MARUSIC – «Marusic ha carica virale bassissima e spero risolvibile in pochi giorni, poche ore, ma la situazione è questa. Lazzari va a 2000 fisso, in allenamento non ti lascia mai brutte sensazioni da questo punto di vista. Ho visto i carichi di lavori fatti durante la riatletizzazione, erano carichi pesanti, quasi allenamenti veri e propri e non penso che avrà problemi ad andare dentro».

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