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Serie A, Tavecchio: «La quarantena di squadra non garantisce la fine»

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L’ex presidente della FIGC espone il suo pensiero sulla ripresa della Serie A e sul protocollo sanitario adottato

La Serie A ricomincerà ufficialmente il 20 giugno e per l’occasione verrà adottato il protocollo sanitario utile per non concedere ulteriore spazio al Coronavirus.

Tra le linee guida da seguire, c’è la possibilità della quarantena di squadra in caso di nuovi contagi all’interno delle società. L’ex presidente Tavecchio ha commentato questa scelta a TMW Radio: «C’è solo il rischio di un contagio che va a implicare tutta la squadra, è una decisione molto restrittiva: sarebbe come fermare l’intera equipe di medici di un ospedale se se ne ammala uno. Bisognava fare come Germania, Spagna, Inghilterra e Portogallo… Secondo me c’è un rischio, e non di poco conto, in itinere. Gli italiani hanno seguito per filo e per segno le indicazioni, anche quelle che in alcuni casi sono maniacali. Il fatto è che questi atleti, che sono sempre controllati in massima sicurezza e fuori da ogni rischio, non dovrebbero essere a pericolo di contagio, ma questo mette a rischio il termine della regular season. Non c’è la garanzia di finire».

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