2013

Svizzera, Petkovic si allontana dalla panchina della Nazionale

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Vladimir Petkovic verso il “no” per succedere al ct Hitzfeld sulla panchina della Svizzera. Come scrive il Corriere dello sport, l’indiscrezione rimbalza dalla Svizzera e dovrà trovare conferma nelle prossime ore ed essere decifrata per bene. Di sicuro gli indizi esistono e le dichiarazioni rilasciate dal tecnico della Lazio domenica pomeriggio a Torino acquisiscono un significato ancora più preciso. “Non esistono verità o non verità. Abbiamo visto che non mi sono dimesso dopo la sconfitta con l’Atalanta, che i dieci allenatori accostati alla panchina della Lazio non hanno preso il mio posto e che non ho firmato per la Svizzera” aveva spiegato in diretta televisiva su Sky. Era stato deciso e senza tentennamenti al contrario delle precedenti occasioni, in cui aveva cercato di svicolare e dribblare l’argomento. Anzi, era lusingato (parole sue) dall’interessamento della Svizzera. Domenica ha spiegato di non aver firmato e non lo facciamo così ingenuo da asserire il contrario della realtà. Sta naufragando la trattativa? Chissà. Certamente il trambusto che la notizia di un suo possibile e futuro incarico non è piaciuto a Berna (da dove, però, è uscita la notizia) e non ha giovato a Petkovic, che si trovava già in crisi di risultati. E’ possibile che la trattativa non sia andata a buon fine, perché ci sarebbe un nodo insolubile legato allo staff: Vlado dovrebbe andare solo come ct e senza potersi avvalere dei suoi più stretti collaboratori, ma ereditando lo staff della nazionale. E può anche darsi (motivo ancora più serio) che si senta davvero al 100 per cento della Lazio e non abbia intenzione di passare per traditore, provando a giocarsi le ultime chances per salvare la panchina. Tutte considerazioni valide e da confermare più avanti, perché nel calcio le sorprese sono all’ordine del giorno. In Svizzera non tutti danno per tramontata la sua candidatura ed entro Natale la federcalcio dovrà ufficializzare la nomina di un nuovo ct. Ma certo agli occhi di Lotito un no di Petkovic a Berna potrebbe avere un bel peso dal punto di vista psicologico.

PEDALARE – Gli scenari legati al successore di Hitzfeld interessano poco ai tifosi della Lazio, preoccupatissimi per gli sviluppi di una crisi inattesa e che ha portato la squadra biancoceleste al dodicesimo posto, con soli quattro punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Petkovic resta in bilico, fortemente a rischio, ma potrebbe ancora fare in tempo a rimettersi in sella. Ha altre due partite per riuscirci. Deve battere il Livorno e non perdere a Verona, possibilmente strappando il primo posto del girone di Europa League al Trabzonspor. Sono le prove d’appello concesse dalla società biancoceleste, ancora al suo fianco. Il ds Igli Tare lo difende. Ieri mattina, ospite al Corriere dello Sport-Stadio per la presentazione del libro “La Giovane Italia”, ha preferito non sbilanciarsi e non parlare della posizione del tecnico. “Parlare? No. E’ l’ora di pedalare” ha risposto lasciando la sede del nostro giornale.
 
ESPERIENZA – Lotito è sulla stessa linea, anche se la sua pazienza sta finendo e fioccano le candidature. Gli sono stati proposti (con inesistenti possibilità di successo) Di Carlo e Del Neri. La Lazio continua a seguire gli sviluppi legati a Murat Yakin, che potrebbe liberarsi dal Basilea. Difficilmente richiamerà Reja, anche se sta pensando a un traghettatore che possieda esperienza, personalità e carisma. Uno alla Fatih Terim, il ct della Turchia, ex Milan e Fiorentina. Tra le soluzioni interne Alberto Bollini continua a mantenersi in pole davanti a Simone Inzaghi.
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