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Makinwa: «Alla Lazio sono stato seguito male. Inzaghi? Non me l’aspettavo così bravo»

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L’ex calciatore bianoceleste, Stephen Makinwa, oggi procuratore, è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia per parlare di Lazio

Quarto posto, 61 punti e finale di Coppa Italia raggiunta. Nonostante le ultime battute d’arresto la stagione della Lazio può ritenersi sopra le righe come conferma Makinwa, ai microfoni di Radio Incontro Olympia: «I biancocelesti secondo me possono vincere tranquillamente e dominare contro il Palermo, I rosanero stanno facendo di tutto, ma non so se riusciranno a salvarsi. Alla fine dunque lo scenario è quello di una partita alla portata dei biancocelesti». Su Onazi, suo assistito: «L’avrei visto benissimo con Inzaghi quest’anno. Peccato. Il calcio però è questo. Lui adesso è contentissimo in Turchia, la Lazio è contentissima per la sua stagione. Tutti contenti ed è bello così. Il dispiacere rimane perché in questa rosa poteva avere un ruolo importante, come a lui piace. Cataldi? Non me l’aspettavo ma penso che abbia fatto una sua scelta precisa. Non so se la Lazio l’ha spinto ma comunque tutto dipende dall’allenatore. Un giovane deve giocare. Onazi ha voluto questo. Sono contento per Murgia perché non è facile, in ogni caso, venire considerato alla Lazio. Evidentemente i problemi che ha incontrato Cataldi sono stati proprio questi».

PASSATO BIANCOCELESTEMakinwa passa poi a parlare di Inzaghi: «Non pensavo potesse arrivare subito a questi livello. Devo essere sincero, trasmetteva comunque da sempre una passione nell’allenare. Credevo avesse bisogno di un percorso di crescita, invece mi ha sorpreso. Sono veramente contento per lui. Cosa manca alla Lazio? Qualcosa in difesa farei. La Lazio è sempre riuscita fare gol e quindi magari ha mascherato questa problematica. In Europa League andranno Lazio e Atalanta. Fra Inter e Milan non so chi resterà fuori. De Vrij? Per fortuna si è operato subito alla cartilagine, se perdeva tempo come me allora sarebbe diventato problematico». Poi su Pandev: «Penso che l’opinione pubblica non sappia realmente cos’è successo e quindi si tende a fare confusione. Dico solo che i giocatori sono esseri umani e da un’emozione negativa può uscire lo sfogo. Non credo che Pandev non abbia apprezzato gli anni alla Lazio e l’amore che i tifosi gli hanno tributato». E sulla sua esperienza in biancoceleste spiega: «Io sono arrivato nel 2006. Ci fu la Coppa d’Africa e appena tornato durante una partita di Coppa UEFA presi una brutta distorsione alla caviglia. Mi fermai quasi due mesi e purtroppo il muscolo della gamba destra perse di tono. Quello portò fuori un problema pregresso alla cartilagine. Quando arrivai alla Lazio rimasi un mese in palestra per fare rinforzo muscolare e da lì, con questo problema, diventò difficile competere. Dopo due giorni di allenamento mi si gonfiava il ginocchio. I dottori mi chiedevano come facevo. Sono stato seguito un po’ male. Non ci fu tanto aiuto nel risolvere il problema. Non punto l’indice, dico in generale. Non ero un giocatore di livello super, ma ricordo ad esempio il mio connazionale Kanu che ebbe problemi cardiaci e fu seguito alla grande. Quello che dovevo fare di giusto l’ho scoperto due anni dopo». Infine, qualche consiglio per gli acquisti: «Un assistito di qualità è questo ragazzo alla Sampdoria che è già nazionale ma non trova ancora spazio. Un terzino bravo, Stanley Amuzie. Con Tare ho un buon rapporto così come con tutta la Lazio, però adesso non ho proposto nessuno. Naturalmente se s’incastra qualcosa non mancherà occasione».

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