Editoriale

Il derby: la partita in cui il calcio smette di essere uno sport

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Tra tre giorni ci sarà il derby tra Lazio e Roma, per la prima volta alla seconda di campionato. Ecco la nostra presentazione

Una città che si divide, uno sport che smette di essere tale. Un evento sentito da settimane prima e capace di protrarsi per tutta la stagione. Il cuore che batte forte quando qualcuno si avvicina alla tua area di rigore. Perchè la prima regola, quella fondamentale, è che un derby prima di vincerlo, bisogna pensare a non perderlo.

Quell’incontro capace di azzerare valori tecnici. 90 minuti in cui nessuno vorrebbe avere i calciatori più forti degli altri e tutti vorrebbero vedere la maglia che amano, indossata dai più grintosi, “cazzuti”e spietati calciatori del mondo. Chi la definisce una semplice partita non l’ha mai vissuta, non è mai stato assalito da quell’ansia che ti fa perdere il controllo, tra scaramanzia e paure di cui sembravi esserti liberato in età infantile.

Ci rimproverano di dare troppo importanza al derby. Ci accusano di avere una mentalità provinciale, perchè quei 90 minuti contano più di altri. Ci dicono che non cresceremo mai. Loro però, non sanno cosa vuol dire entrare e vedere la tua curva vestita a festa nel giorno per te più importante. Non hanno mai provato un gol al 90′ per cui hai pianto di gioia o di disperazione. Non hanno mai esultato ad un gol contro i rivali di sempre, che faceva perdere uno scudetto a loro, o che lo regalava a te. Non sono mai stati male per un’umiliazione subita, o gioito per una inflitta. Loro, quelli che non lo hanno vissuto in prima persona, queste emozioni non le conoscono. Ci accusano di essere ghettizzati nella “nostra Roma”, ma poi alle 18:00 di sabato, TUTTI saranno seduti sul divano ad ammirare LA PARTITA PIÙ BELLA DEL MONDO. Quella in cui il calcio smette di essere uno sport!

E VOI CHE NON LO VIVETE, NON VI SFORZATE! NON CAPIRETE MAI. (FORSE)

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