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Lazio, Domizzi: «Acerbi difensore unico, ha fatto una stagione incredibile»

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L’ex difensore della Lazio Domizzi ha parlato del grande rendimento in questa stagione di Francesco Acerbi

Intervenuto ai canali ufficiali della società, l’ex difensore della Lazio Maurizio Domizzi ha parlato di Francesco Acerbi e non solo.

Nel tuo periodo alla Lazio hai conosciuto tanti grandi difensori, chi ti dava più consigli?
«Sono stato fortunato, ho fatto parte di una delle squadre più forti e complete d’Europa. Se devo dire un nome però faccio quello di Chamot, un difensore molto forte e forse sottovalutato a causa della competitività di quella rosa spaziale. Era un professionista esemplare ed una persona educata».

Sei mai stato vicino al debutto in maglia biancoceleste?
«Diverse volte. Ho collezionato svariate panchine, ma purtroppo non c’è mai stata l’occasione di entrare in una gara di campionato o coppa. Un po’ di rammarico c’è, anche se va detto che la concorrenza era altissima».

Dalla tua Lazio a questa: ti saresti mai aspettato un rendimento simile prima dello stop?
«Quest’anno la Lazio ha sorpreso tutti, è andata oltre le aspettative. In estate era quasi impensabile pronosticarla in lotta con la Juventus. La Società è stata brava a mantenere la stessa ossatura, puntando sulla continuità e aggiungendo ogni anno un nuovo tassello. Oggi Inzaghi ha una delle rose più tecniche del campionato,  con un gruppo che si conosce a memoria».

A proposito di Inzaghi, quanto c’è di suo nella stagione biancoceleste?
«Moltissimo, la costruzione di quest’annata è iniziata tempo fa. I meriti di Simone partono quindi da lontano, ha aggiunto ogni anno qualcosa di suo. Ho la fortuna di conoscere bene sia lui che suo fratello, sono due grandi allenatori».

La Lazio ha la miglior difesa del campionato, merito dei singoli o del collettivo?
«Quando alzi così tanto il rendimento, dietro c’è il lavoro di tutta la squadra. Nessun difensore però ha avuto la continuità di rendimento di Acerbi: Francesco è unico, finora ha fatto una stagione incredibile».

Ti rivedi in lui?
«Mi somiglia molto, per piede (anche lui è mancino, ndr) e struttura fisica. Anche io poi saltavo poche partite durante un campionato».

Sei favorevole alla ripresa della Serie A?
«Assolutamente. Amo il calcio, ci sono i presupposti per riprendere. Il Paese è ripartito, giusto che lo faccia anche il campionato».

Ti aspetti gli stessi valori emersi prima della sosta?
«Difficile dirlo. Sarà una situazione anomala, non c’è mai stato uno stop così lungo. I calciatori non si sono potuti allenare con la stessa intensità e qualità di sempre. Si giocherà ogni tre giorni in piena estate, spero che vengano approvati i 5 cambi. Nelle giovanili già ci sono, aumenterebbero lo spettacolo e darebbero spazio a tutti. Verrebbero premiate le rose con più qualità, non quantità. Il calcio è lo sport in assoluto dove si fanno meno cambi, spero che sotto questo aspetto possa cambiare».

Stai studiando da allenatore, ti vedresti meglio con i grandi o con i giovani?
«Prima dello stop allenavo l’Under 17 della Reggiana, a giugno avrei avuto l’esame UEFA A. Per ora sto acquisendo esperienza allenando i giovani, l’obiettivo però è quello di poter guidare i grandi un giorno. Ho avuto molti allenatori in carriera, ma al momento è difficile scegliere un nome a cui ispirarsi. Bisogna prima di tutto sapersi adattare alle risorse che si hanno a disposizione».

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