2015

Gregucci: “Alla Lazio servono uomini. Bisogna avere il coraggio di lasciare andare chi non vuol restare”

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Recentemente il nome di Angelo Gregucci, ex giocatore della Lazio, oggi allenatore, è balzato agli onori delle cronache sportive per l’impresa in Coppa Italia, dove il suo Alessandria, compagine di Lega Pro, è andata via dalla Sicilia con lo scalpo del Palermo. Il tecnico dei piemontesi è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio per una chiacchierata su più argomenti, partendo proprio dalla grande prestazione di Palermo: “É stato merito della squadra, hanno fatto tutti i ragazzi. Siamo riusciti a segnare, e poi dopo lo svantaggio ci siamo ritrovati in superiorità numerica e abbiamo raddoppiato. Noi abbiamo risposto bene ai tentativi del Palermo di metterci in difficoltà. Sul 3-2 abbiamo sofferto, abbiamo messo tutto in questa gara e siamo riusciti a fare risultato”.

 

Oggi la sua testa è concentrata solo sull’Alessandria, ma il cuore laziale non può fare a meno di pensare al delicato momento dei colori biancocelesti: “La nostra non è stata una buona estate. Ad agosto sono nati alcuni mal di pancia. Il campo poi li manifesta e volte persino li amplifica. In questo momento la squadra ha un’autostima pari allo zero ed è senza motivazioni. Se come club non ti puoi permettere dei top, devi crearli in casa attraverso il senso di appartenenza, e bisogna avere la capacità di lasciar andare via chi non vuole restare. Chi da bambino non ha sognato determinati livelli? Se non hai determinazioni, se hai paura, non puoi giocare. Lo stesso discorso vale se non hai personalità, anche quella è una debolezza”.

 

Il risibile bilancio del novembre biancoceleste è di un punto in sei partite, la colpa secondo Gregucci, però, non è di Pioli: “L’anno scorso è stato tra i migliori allenatori in italia degli ultimi quindici anni. E’ la persona più equilibrata che al momento possa risolvere i problemi della Lazio. L’assenza di De Vrij pesa tantissimo: è un difensore veloce che sa leggere benissimo le situazioni. É stato lui l’elemento determinante per l’ascesa dello scorso anno. Il fatto che ora non ci sia rivela il suo peso specifico. La squadra deve remare tutta nella stessa direzione, a prescindere dall’avversario. Bisogna dare tutto e azzerare le gerarchie: è necessario dare di più per la squadra, spendenrsi per il compagno. Se si pensa ai contratti piuttosto che alla squadra non farai mai bene. Le squadre che hanno scritto la storia del calcio, non erano costituite da amici ma da uomini con spirito d’appartenenza. Di bravi calciatori ce ne sono tanti, ma a vincere sono gli uomini. Conta poco anche la tattica, sono importanti i principi del tecnico, la velocità: l’anno scorso la Lazio sorprendeva gli avversari grazie alla sua imprevedibilità”.

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