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Fascetti: «Tutti passano, resta la Lazio e si torna a tifare e sognare»

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Eugenio Fascetti, allenatore storico della Lazio, è tornato a parlare del suo addio al club biancoceleste e commentato la questione Inzaghi

I nove punti di penalizzazione, gli spareggi, il ritorno in Serie A. Eugenio Fascetti è un pezzo importante di storia della Lazio, ma anche l’allenatore che visse una brusca lite con la società che lo portò a lasciare il club. Per le colonne de Il Messaggero, l’ex tecnico ha analizzato l’addio di Inzaghi:

LITE – «La mia fu una separazione abbastanza forte, questa di oggi è blanda. Decisi io di andarmene, fu una scelta personale, diversa da quella di Inzaghi. Io litigai con la società, ma è un argomento di cui preferirei non parlare più. Avrei giurato che andava a finire così, a me sarebbe piaciuto vedere una continuazione del lavoro di Inzaghi, purtroppo non ci sarà. Un vero peccato».

TIFOSI – «Non parlerei di tradimento. Nel nostro mondo queste cose succedono. Evidentemente la sirena Inter è stata troppo forte. È una decisione che va rispettata. Bisogna vedere cosa è successo la sera dell’incontro con Lotito. Se c’è stata una stretta di mano, avesse dato la sua parola sul contratto ed è lui che è mancato, allora sarebbe grave. Brutta e non da persona seria».

OFFERTE – «Non me ne sarebbe fregato nulla. Potevano offrimi la luna, ma non avrei fatto nessun voltafaccia. È una questione di serietà e di rispetto. Se ci siamo lasciati e ci vediamo domani per la firma, per me, lo ripeto, è una cosa finita».

FUTURO – «Lotito cerchi un buon allenatore, faccia una bella squadra e tutto verrà dimenticato. Si ricordi bene che noi, i Fascetti, gli Inzaghi, passano, la Lazio rimane eh. Dopo un attimo di smarrimento, si ritorna a tifare e a sognare. Andrà così».

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