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Diaconale: «Alla Lazio mi trovo bene, troppi pregiudizi sulla società. Bologna? Grande occasione…»

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La rivoluzione societaria ha portato nuovi innesti all’interno della dirigenza biancocelesti. Fra questi c’è Arturo Diaconale, nuovo responsabile della comunicazione, intervenuto questa mattina ai microfoni di Lazio Style Radio: «Quando ho accolto l’invito del presidente Lotito, tutti mi hanno detto che mi stavo cacciando un guaio, ma in questi tre mesi non mi sono trovato male. Ho toccato con mano il clima fatto di pregiudizi che c’è intorno alla Lazio. Pregiudizi che possono essere smorzati attraverso la comunicazione, per far capire a chi li fonda che non sono veritieri. Ho avuto un buon impatto con i colleghi giornalisti, sono stato accolto positivamente, questo mi ha fatto piacere, ma non basta, bisogna allargare la comunicazione della Lazio. So bene quali sono le necessità di comunicazione di una società sportiva, bisogna dare le giuste informazioni. Le conferenze stampa dei giocatori, l’autorizzazione di riprendere le conferenze da radio e siti, i bollettini medici: sono piccole innovazioni, ma importanti. Sto preparando un documento dove ci sono una serie di iniziative, che spero di poter realizzare un poco tempo. Io sono un tifoso della Lazio e sono orgoglioso di poter dare apporto alla mia squadra, mi fa piacere trovarmi in questo clima. Ci sono ragazzi in rosa molto in gamba, a volte si prospetta una realtà che non è tale e si dà un quadro sbagliato ad alcune situazioni: questa è una squadra giovane, fatta di ragazzi per bene, uniti tra loro e legati alla maglia».

RIPORTARE I TIFOSI ALLO STADIO –  «posso lavorare per allargare il consenso dei tifosi verso la squadra. Il tempo degli stadi super colmi è finito, ci sono le televisioni e delle barriere che creano difficoltà alle persone per poter andare allo stadio. Una volta si arrivava 5 minuti prima e si entrava, adesso è tutto più complicato. Di fronte alle ragioni dell’ordine pubblico alcune cose passano in secondo piano, si può sollecitare ma non troppo, bisogna essere consapevoli di questo. Tutto ciò serve per la nostra sicurezza, tuttavia non è giusto che ciò avvenga solo a Roma. È possibile far rientrare la gente allo stadio se si crea un clima di serenità e non di guerra, se si va allo stadio per vivere due ore di passione è meglio che per scaricare rabbia o altre pressioni. Io credo che i risultati sono una condizione indispensabile per riportare entusiasmo, serve stabilità e non significa solo vincere le partite, ma anche la capacità di stringere rapporti tra la squadra e i tifosi. Il laziale è spesso critico: quando la squadra va bene è entusiasta, altrimenti si demoralizza, se si crea un clima giusto può essere importante. La sinergia tra tutti i reparti vale in ogni sport e anche per la Lazio. La strada imboccata dal presidente Lotito serve per rafforzare la società: la scelta di Angelo Peruzzi è lungimirante e serve a consolidare la società. Noi della Lazio abbiamo un vantaggio in più: una struttura Made in Italy, a differenza di altre società, come Milan e Inter per esempio, abbiamo un punto cardine che sa com’è il clima in Italia e a Roma. Avere un rapporto con Lotito non è difficile, se si ha un rispetto reciproco e se si corre verso gli stessi obiettivi, le differenze caratteriali possono diventare una forza. Io ho esperienza e sono tranquillo nei rapporti con chiunque e anche con il presidente, e non lo faccio per aggraziarmelo. Non mi sono mai piegato per prendere consensi e non lo farò mai».

LE BARRIERE IN CURVA- «Se si mettono delle barriere e per andare allo stadio bisogna superarle soffrendo, allora è chiaro che c’è un minore afflusso di persone, sarebbe un masochismo di massa andare allo stadio. L’Olimpico è uno struttura storica, ma per il calcio moderno non è fruibile. Il Flaminio come sede delle Nazionali? Ha una serie di limiti difficilmente superabili, alcune difficoltà di ristrutturazione. Ci sono dei problemi anche per il parcheggio e per gli scavi visto che è costruito su una necropoli. Bisogna ragionare sulla possibilità di creare stadi che siano ampi e permettano ingressi facili. Alcune vecchie glorie contro l’attuale società? C’è un pregiudizio ed è anche un modo per ingraziarsi la tifoseria e mettersi in polemica con la società e con la squadra, tutto questo non fa il bene della Lazio. La critica è giusta, ma quando diventa preconcetta allora passa sopra alla passione. La curva si è leggermente spaccata per questo».

LAZIO-BOLOGNA – «Ogni domenica è una grande occasione. Una vittoria con il Bologna metterebbe la squadra in una condizione impensabile a inizio anno. In un campionato così particolare, la Lazio senza coppe può fare bene. Inzaghi la guida bene, è molto prudente con i media e sa che tipo di responsabilità prendersi, bisogna mantenere sempre le proprie posizioni, quello che succede all’esterno bisogna sempre prenderlo con le pinze».

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