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Conferenza stampa Sarri: «Ecco perchè ho scelto la Lazio. Io non cito nessuno»

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Conferenza stampa Sarri le parole del nuovo tecnico della Lazio che oggi si presenta al mondo biancoceleste

Maurizio Sarri si presenta al mondo Lazio. Ecco le parole del nuovo allenatore – accompagnato dal ds Tare – in conferenza stampa.


MOURINHO – «Io questo dualismo non lo vedo, l’ho conosciuto ed è un bel personaggio. A me rimane simpatico, ha vinto molto più di me, ha un pedigree più elevato del mio anche se non vuol dire nulla. Nel derby noi faremo, non di tutto, di più. Non citerò nessuno se non me stesso. Vorrei vedere una squadra che ha spirito di sacrificio nella settimana, per divertirsi la domenica e giocare un calcio di predominio».

PERCHè LA LAZIO – «Ho intravisto in questa società la possibilità di tirare fuori le mie qualità migliori. E di carattere sportivo, anche se manca ancora qualcosa, vedo i presupposti per giocare come piace a me. Avevo bisogno di questo e di queste caratteristiche per fare il mio lavoro nella maniera più adatta».

TEMPISTICHE – «Il tempo è imponderabile, la stagione di una squadra va valutata nella competizione più lunga. Difficile prevedere come un gruppo possa reagire, se il contraccolpo sia nella fase iniziale o dopo. Dobbiamo cercare di limitare le difficoltà che, inevitabilmente, arriveranno».

MERCATO – «Col direttore abbiamo fatto una lista di ruoli, per un calcio diverso giocato fino ad ora. Quest’anno è difficile il mercato, ma lo è per tutti. A me piacerebbe partire con tutti i 24, ma so che è impossibile. Bisogna essere pronti anche a soluzioni diverse».

IMMOBILE E IL 4-3-3 – «Le parole le spende Mancini che lo mette dentro tutte le volte: è contento di quello che sta vedendo. Alla squadra fa mancare davvero poco: c’è partecipazione difensiva di buon livello ed offensiva di buon livello, poi il gol a volte viene con più facilità altre meno. L’augurio è che gli venga quello più importante. Ciro mi lascia estremamente traquillo per quel che ho visto. Dal punto di vista dell’allenatore le valutazioni sono molto diverse, ho visto dare 7.5 a giocatori che io avrei ucciso. Quello che dicono i giornalisti non mi influenza».

LAZIO PIÙ ADATTA DELLA JUVE – «Sono entità astratte. Le società son fatte di persone, è difficile parlare in modo generico. Queste persone, in questo momento, sono adatte a me. Se sarà una valutazione giusta o sbagliata lo vedremo nel percorso, all’inizio con le squadre nuove ho sempre fatto un po’ fatica. Quando sei un allenatore da campo e non un gestore è normale: è l’attuazione di una filosofia, non di uno schema. Un modo di pensare per far venire naturale un certo tipo di calcio. Sarà un percorso lungo, ma sono convinto che vedremo il calcio che la sera mi fa andare a casa contento del risultato. L’obiettivo numero uno è divertirsi e quando arriva all’esterno si arriva ad un’alchimia. Vincere giocando male non lo concepisco».

LUIS ALBERTO – «Non ha risposto ad una convocazione, è un problema dal punto di vista societario. Dal punto di vista morale, deve parlare con me e coi compagni: se ci convince, sarà tutto a posto, se no dovrà chiederci scusa. Il gruppo squadra gestirà i rapporti. Potrebbe dirci anche cose con cui siamo d’accordo, la pena di morte non c’è nei miei gruppi. Ho litigato a morte con tanti giocatori che ho rimesso dentro».

FELIPE ANDERSON – «Felipe fece alla Lazio sei o sette mesi da giocatore stratosferico, sembrava destinato al Barcellona o al Bayern Monaco. Se non ci credevo non autorizzavo l’acquisto. Il nostro obiettivo è mantenergli le condizioni: compito suo e nostro per farlo più continuo. Non capisco il motivo di questa discontinuità, spero di capirlo e toglierglielo. Luis Alberto come Jorginho? Lo avete detto voi. Lo vedo più negli ultimi 30 metri che basso davanti alla difesa».

PRESSIONE TIFOSI – «L’ho vissuta tranquillamente perchè non ho i social, so che son contenti del mio arrivo e mi fa estremamente piacere. Non penso che alla Juve, al Napoli al Chelsea ce ne sia stata meno. Faccio fatica a considerarlo un mestiere questo, perchè è una passione, ma rientra tutto nella normalità. Nell’anno in cui sono stato fermo, il calcio non mi è mancato. Mi mancava la settimana ma nonla partita. Coi tifosi in tribuna tutto crescerà a dismisura».

MODULO – «I nostri interni sono da tutelare, è un modulo estremamente dispendioso per i due centrocampisti. Servirà un aiuto difensivo molto vicino. L’idea di partenza è il 4-3-3, poi vediamo. Per me la difesa a 3 è impossibile, l’ho provata ad Empoli e finivamo sempre troppo bassi. Ma io non ho pazienza di aspettare le squadre, voglio andare a prenderle alte, ho la frenesia».

OBIETTIVI – «Il primo anno sarà di costruzione, ma non porta a precluderci nulla. Sarà il più difficile degli altri. L’obiettivo lo sappiamo benissimo, perchè dal punto di vista economico fa la differenza».

IMMOBILE LAZIO – «Questa squadra ha tanti giocatori che sanno andare alla soluzione definitiva. Si parlava dei due centrocampisti interni, se poi troviamo anche due esterni bene. Hazard con me fece più di 20 gol, Ronaldo fece la stagione migliore dal punto di vista realizzativo. Bene avere un attaccante che segna tanto, ma anche avere soluzioni alternative. Si imposta anche in base ai giocatori, ma non solo».

LAZIO PASSATA STAGIONE – «Quest’anno ho sentito il luogo comune che senza il lockdown avrebbe vinto lo Sucdetto, ma prima era la Juventus. Sicuramente era l’avversaria più temebile, ma ho visto che anche quest’anno, nella fase finale, la Lazio ha fatto il boom. Quando succede, io non credo sia per la preparazione atletica. Ormai sono tutti preparati, difficile pensare che si sbagli. Sicuramente siamo dabanti a calendari folli, dalla UEFA alla FIFA nessuno aiuta. Perchè si son fatte tante partite, tipo contro l’Andorra, per trovare le 24 squadre più forti d’Europa quando io potevo scriverle su un foglio. Poi si parla di infortuni, serve tornare ad un calcio sostenibile».

CICLO – «Parte un ciclo diverso, un calcio diverso, ma con la volontà di rimanere estremamente competitivi. Migliorare. Che poi sia un obiettivo di breve o medio o lungo periodo vediamo. La società mi ha offerto un contratto di quattro anni, io l’ho chiesto più corto perchè non so se avrò le stesse energie: se le avrò sarò felice di continuare».

EUROPA LEAGUE – «Un torneo difficile, rispetto alla Champions ci sono trasferte molto più lunghe. Serve una vastità di rosa non banale, l’abbiamo fatat benissimo col Chelsea, ma riuscivo a cambiare 7/8 giocatori senza perdere qualità. Anche se la stanchezza è snche mentale, da parte dell’ambiente e questo lo trasmetti anche a chi non ha giocato. Vediamo che tipo di squadra viene fuori, ma quando si va a giocare in Europa, devi dare tutto, perchè vai dentro con la maglia della squadra che rappresenti. Quest’anno salirà anche il livello. Preferisco scoppiare a marzo, però, che fare figure di merda dopo».

SOCIAL – «Sono un anti social, è un’evoluzione che ha peggiorato le relazioni sociali. Sono ancora uno a cui risulta difficile la relazione telefonica, già sono abituato a vedere le persone in faccia. Capisco l’evoluzione

LOTITO – «Scintille? Speriamo di no, non sarebbe facile contenerlo (ride, ndr). Non vengo da esperienze semplici, penso di poterci riuscire».

STORIA – «Si può parlare di mille situazioni rimaste nella mente. Quella più cara è Maestrelli, personaggio straordinario, ho conosciuto i familiari, mi è rimasto caro».

ESTERNI – «Uno manca, escluso Hysaj sono ragazzi che devono fare un percorso. Lazzari mi ha detto che vuole provare, un ragazzo che ha quelle qualità non mi preoccupa. Marusic anche ha buona gamba, ha fatto il terzo, il quarto può farlo senza problemi».

CORREA – «Può fare l’attaccante di sinistra se ha voglia di rimanere. Il ragazzo ha manifestato voglia di andare altrove, ma se volesse restare io sarei il più felice del mondo»

PERUZZI – «Spero che, ripreso dall’operazione al ginocchio, ci possa dare una grande mano. L’ho sentito cinque giorni fa per sentire come stava».

SINGOLI – «La mia idea di calcio si conosce. Nel momento in cui la Lazio è venuta a parlare con me, è uscito il problema delmercato: ci sono 3 attaccanti, io ne uso 2. Vediamo che succede. Centrocampo? Così incontrista non l’ho mai avuto. Su Milinkovic c’è da dire che ha anche qualità difensive, ha un impatto fisico non indifferente; Luis Alberto porta i movimenti; Leiva è il più incontrista»

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