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Alla scoperta di Bielsa: tutti i segreti di un “Loco” diventato “Maestro”

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La firma è arrivata, la telenovela è finita. Marcelo Bielsa è a tutti gli effetti il nuovo allenatore della Lazio. Il Loco dopo aver fatto ammattire Lotito e Calveri ha sposato la causa biancoceleste. Tra lo scetticismo di chi non credeva ad uno sforzo simile di Lotito e di chi ha paura delle dimissioni sempre pronte del Maestro, entra nel vivo un’estate diversa per il tifoso laziale. Un’estate attesa per 12 anni e finalmente arrivata. Bielsa è un personaggio particolare, quasi quanto il presidente che lo ha scelto. I due si diceva potessero essere incompatibili, non potessero andar d’accordo e invece è stato amore a prima vista. Tanto diversi, ma infondo così uguali. Perché gli opposti si attraggono ma amano i propri simili…

CREDO TATTICO – Se viene chiamato “Loco”, qualche motivo ci sarà. A 27 anni lascia il calcio giocato e a 32 inizia un viaggio insieme alla sua Fiat 147 che lo accompagna in giro per l’Argentina, alla ricerca di talenti da proporre al Newell’s Old Boys. Tra questi giovani c’erano Balbo, Sensini, Heinze e Batistuta, che poi lui stesso lancerà nel grande calcio. Inizia così una lunga carriera che lo porterà negli anni sulle panchine di: Newell’s Old Boys, Atlas, America, Velez, Espanyol, Argentina, Cile, Atletico Bilbao e Marsiglia.
Pazzo e intrigante come il modulo che più lo affascina e quasi sempre lo ha accompagnato nella sua carriera, il 3-3-1-3. Nel suo calcio non esistono prime donne, ma bisogna correre e sudare più dell’avversario, solo così si uscirà dal campo con una vittoria. Difesa alta, pressing estenuante e squadra più corta possibile. Il suo modulo prevede in difesa due marcatori più un libero staccato che sappia impostare. A centrocampo i tre uomini dovranno essere due che sappiano giocare bene il pallone e un volante a tutto campo in grado si saper rompere e costruire gioco. Il vero marchio di fabbrica di Bielsa sta nel trequartista, a cui spetta il compito di collegare centrocampo e difesa, muovendosi tra le linee e cercando in continuazione i tre davanti, composti a loro volta da un attaccante molto fisico e da due esterni in grado di fare su e giù per la fascia.
Un modo tutto suo e a dir poco particolare di interpretare il calcio che lo ha reso famoso in tutto il Mondo soprattutto in Italia, precisamente a Coverciano dove nel 2014 è stato premiato con il premio “Panchina d’oro”. Prima di ricevere il riconoscimento ha tenuto una lezione a cui hanno partecipato gli allenatori più importanti del nostro Paese, tutti attenti e concentrati a seguire le idee del Maestro che ha insistito sul calcio offensivo e propositivo, facendo riferimento ai 28 moduli che ha sperimentato guardando oltre 50.000 partite nella sua carriera.
Meticoloso, pragmatico, perfezionista. Semplicemente Marcelo Bielsa.

FRASI CELEBRI – Oltre ad essere conosciuto come un “Maestro di Calcio”, è famoso in ogni angolo del Pianeta per i suoi motti motivazionali. Tanti sono gli allenatori che spiccano per le loro competenze tecniche e tattiche, ma Bielsa ha una marcia in più, usa sempre la parola giusta al momento giusto. Non vuole campioni, vuole semplicemente dei calciatori che lo sappiano ascoltare e che riescano a calarsi nella sua mentalità. Non ha mai preteso fenomeni, anzi, la sua sfida è riuscire a tirar fuori il massimo, dal materiale umano che gli viene messo a disposizione disposizione.
Una volta quando era in ritiro con la sua squadra, mise subito le cose in chiaro, facendo capire ai propri calciatori, il suo modo di vedere le cose:
Mia moglie è incinta e ha delle difficoltà, ma sa che in caso di emergenza può contare sui suoi figli, sul padre e suoi suoceri, ma non su di me. Se qualcuno di voi ha problemi maggiori dei miei potrà utilizzare il telefono, altrimenti no.”

Il suo esser motivatore lo ha spinto oltre, come raccontò Nelson Vivas. Prima di una partita della sua Argentina contro la Colombia, entro negli spogliatoi e disse:
Nei combattimenti di strada ci sono due tipi di picchiatori, c’è quello che picchia, vede il sangue, si spaventa e soccombe, e c’è quello che picchia, vede il sangue e va avanti per uccidere. Bene ragazzi, vengo da fuori e vi giuro che c’è odore di sangue.”

Con delle semplici frasi riesce a far breccia nel cuore dei suoi calciatori. Li vuole carichi e sempre pronti ad aiutarsi l’uno con l’altro. Ritmi alti, pressing costante, e bel calcio; questo differenzia una squadra normale, da una di Marcelo Bielsa:
Non esiste un solo motivo, neppure uno, perché un giocatore in campo stia fermo. Il calcio è movimento, il calcio è correre e smarcarsi.”

L’apice è stato toccato con il discorso fatto dopo la partita pareggiata 0-0 con il Lione, a causa di un gol ingiustamente annullato al suo Marsiglia, a 7 minuti dal termine:
E’ molto difficile accettare l’ingiustizia, ma ascoltate bene quello che vi dico: «Se voi giocate come avete giocato oggi, da qui alla fine del campionato, otterrete quello che vi meritate. In questo momento non posso fare niente per tranquillizzarvi, perché siete usciti sconfitti da questa partita e non avete ottenuto quello che meritavate. Accettate l’ingiustizia, che alla fine tutto torna in equilibrio! Ci restano nove partite, se noi giochiamo come oggi nelle prossime nove partite, senza alcun dubbio voi otterrete quello che meritate! E anche se questo vi sembra impossibile, non lamentatevi di nulla, sputate sangue. Dovete esser forti, perché se voi giocherete così le prossime nove partite, voi otterrete quello che vi meritate. Faccio i complimenti a tutti. A tutti! A tutti!» “.

Tanti attimi della sua carriera racchiusi in delle frasi, ma a questa raccolta ne manca ancora una. Quella con cui tenterà di risollevare le sorti di una squadra e un ambiente, reduci da una stagione a dir poco deprimente.

ENTUSIASMO – L’unico allenatore al Mondo che potesse riportare entusiasmo tra la gente laziale era lui, Marcelo Bielsa. Grande operazione del presidente Lotito, a cui vanno dati i meriti di questa brillante intuizione. Il presidente sapeva che bisognava fare uno sforzo importante per ripartire tutti insieme e questo sforzo è arrivato. Il Loco non ha conquistato solo i tifosi della Lazio, ma anche quelli delle altre squadre di Serie A, impazienti di vederlo all’opera nel nostro campionato.
La notizia è stata riportata da tutte le maggiori agenzie internazionali, a testimonianza di quanto possa risultare importante questo colpo anche a livello mediatico. Media che però non piacciono a Bielsa, infatti la sua ultima intervista faccia a faccia con un giornalista, risale a ben 27 anni fa, mentre in conferenza stampa non degna nemmeno di uno sguardo l’interlocutore che gli sta ponendo la domanda. Personaggio particolare ed estroverso, chiamato a dare una svolta in un ambiente spaccato, ora più che mai. Marcelo Bielsa è probabilmente l’allenatore per carisma e per storia, più importante che la Lazio abbia mai avuto in 116 anni. Si avvicinano a lui i soli Dino Zoff e Sven Goran Eriksson.
L’argentino ama le sfide e questa lo intriga molto. La sua missione è quella di riportare la gente allo stadio, ma soprattutto di far tornare la squadra biancoceleste nell’élite del calcio italiano e mondiale. Per lui stravedono tutti i grandi allenatori, Guardiola su tutti. Lo spagnolo non sapeva cosa fare dopo essersi ritirato col calcio, allora andò a trovare il Loco in Argentina. Dopo una chiacchierata di ben 7 ore, capì che il suo futuro era su una panchina. Lo stesso Guardiola, senza usare mezzi termini, lo ha spesso definitivo il miglior allenatore al Mondo. Adesso è tempo di un’altra sfida, una delle più difficili. In città è già scattata la Bielsa-mania e nel ritiro di Auronzo si prevede una vera e propria invasione. I tifosi biancocelesti sono carichi, non vedono l’ora di abbracciare il loro nuovo tecnico, quello su cui ci si aggrappa per sperare in un futuro diverso. Perché ora per il tifoso laziale, sognare non è più così impossibile.

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