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Tecnica contro fisicità: Torreira vs Sergej e quel duello atipico di Samp-Lazio

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Sampdoria-Lazio sarà anche la sfida tra due grandi centrocampisti della Serie A: Lucas Torreira e Sergej Milinkovic

Samp-Lazio. Sesta contro quinta. Scontro diretto o no, la partita sarà di quelle belle e dal risultato non scontato.Tecnica e fisicità. Le due squadre sono una l’opposta dell’altra e fanno di questi due aspetti le loro principali caratteristiche. Piedi buoni e baricentro basso per i centrocampisti blucerchiati, capitanati da Lucas Torreira, che con i suoi 168 cm è l’emblema della struttura sampdoriana in mediana. La Lazio risponde con Sergej Milinkovic dall’alto dei suoi 192 cm. Due calciatori diversi per due squadre diametralmente opposte. Cosa li unisce? La bagarre di mercato che sta coinvolgendo i maggiori club europei a scommettere su di loro in estate. Qualche mese fa si era parlato proprio di Lazio per Torreira, ma adesso Ferrero non vede l’ora di venderlo a peso d’oro, così come Lotito che per il suo gioiello pretende cifre vicine ai 100 milioni. Palla a terra e geometrie da una parte, colpo di testa e padronanza fisica dall’altra. Due poli che non si toccheranno mai. Samp-Lazio sarà sopratutto Lucas contro Sergej.

IL CERVELLO DELLA SAMP – Il paragone viene naturale vedendo le sue caratteristiche: David Pizarro. Due gocce d’acqua eppure il ruolo di Lucas fino a qualche anno fa non era quello. A cambiargli la carriera è stato un ex laziale, Massimo Oddo, che dopo averlo allenato nella Primavera del Pescara da trequartista, lo lancia da regista in prima squadra. In Abruzzo la scoperta, a Genova l’exploit definitivo grazie a Marco Giampaolo che attorno a lui costruisce un centrocampo dotato di grande palleggio, molta tecnica e poca sostanza. Ai suoi lati Praet e Barreto parlano la sua stessa lingua, senza contare Gaston Ramirez, vertice alto del rombo. Lui è l’insostituibile, in questa stagione non ha saltato neanche un minuto, riuscendo ad andare in rete già tre volte (doppietta con il Chievo e gol contro la Juventus). Domenica difronte si troverà Sergej, per quello che non sarà mai un duello singolo, ma sempre a distanza. Il serbo sicuramente si posizionerà dalle parti del metronomo per far prevalere sulle palle alte la sua stazza, ma in fase di possesso doriano, dovrà esser lui il primo a far partire il pressing. Tattiche che frullano nella testa degli allenatori, ancora dubbiosi sugli uomini. Tattiche che poi, potrebbero facilmente essere annullate dai colpi di due ‘apprendisti-campioni’.

TRA DOMINANZA E SUPERFICIALITÀ – Doveva essere e probabilmente alla fine lo sarà, la stagione della sua consacrazione. Senza un modulo ben definito, ma che solo lui e Inzaghi conoscono, Milinkovic continua ad essere croce e delizia in una Lazio a tratti troppo leziosa. Colpi di tacco e imbucate che stanno diventando una consuetudine tra lui e Luis Alberto, primi rifinitori di Ciro Immobile. Quando il gioco si fa duro, Sergej è il primo a giocare e lo fa anche abbastanza bene. Le migliori prestazioni risalgono alla doppia sfida con la Juventus e contro il Napoli. Nelle altre partite il talento serbo si è sempre limitato al ‘compitino’, sempre convinto che quello gli sarebbe bastato per far vincere la squadra. Anche lui ha capito la sua reale forza e talvolta eccede di superbia, sfruttando in bassa percentuale quelle che sono le sue qualità. Domenica ci sarà da fare la battaglia. Contro Torreira, ma non solo. L’anno scorso segnò contro la Samp e il gol in questa stagione non arriva dalla trasferta di Bologna. E’ ora di tornare a pungere. Magari proprio a Marassi. Magari in uno scontro tra ‘piccoli’ contro ‘grandi’. Magari fornendo una prestazione che rispecchi al 100% il suo valore, perchè in questo momento più che mai, la Lazio ha bisogno del suo ‘salva-Sergente’.

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