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Zona Caicedo, la risolve sempre lui: ma chi ci credeva stavolta?

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La Lazio batte lo Spezia nei minuti finali, ancora grazie al graffio di Felipe Caicedo nella sua zona: ma questa volta, chi ci credeva?

Un pomeriggio primaverile e soleggiato, che fa splendere Roma in tutta la sua bellezza. Il profumo della Pasqua comincia a farsi sentire per le vie della Capitale in questo Sabato Santo, nonostante la zona rossa che incombe su tutta Italia. Mentre nella Città Eterna regna un’apparente serenità, allo Stadio Olimpico sta andando in scena una vera e propria battaglia.

La Lazio di Simone Inzaghi, infatti, sta affrontando lo Spezia di Vincenzo Italiano nella 29esima giornata di campionato, in una gara fondamentale per la corsa al quarto posto. I biancocelesti sono determinati a vincere, per rimanere attaccati al carro delle pretendenti alla Champions, e non hanno nessuna intenzione di venire tagliati fuori dalla corsa. Nonostante il forte pressing della squadra ligure, infatti, i ragazzi con l’Aquila sul petto riescono a rendersi pericolosi in diverse occasioni: tuttavia, gli attaccanti non riescono a bucare la porta difesa da Zoet. Soprattutto Immobile appare bloccato, come se un infame sortilegio si fosse abbattuto su di lui, rubandogli quell’istinto omicida che lo ha portato a segnare ben 36 reti nello scorso campionato.

Al 55′, però, la partita finalmente si sblocca, grazie al gol di un insospettabile Manuel Lazzari. Tuttavia, per il raddoppio non c’è niente da fare: Correa non riesce a combinarne una buona lì davanti, mentre Ciro sembra sempre più spento. La rete della sicurezza, tanto per cambiare, non arriva e, tanto per cambiare, l’ansia comincia a stringere in una morsa sempre più dura i cuori dei tifosi della Lazio. Dalla parte giusta del Tevere sono fin troppo abituati a questa sensazione, che si staglia come una sorta di terribile certezza, per cui accadrà sicuramente qualcosa di brutto. Infatti, qualcosa di brutto accade, anche se si presenta in una forma veramente molto bella.

Dopo essere entrato in campo nella ripresa, al 73′ il centrocampista dello Spezia Daniele Verde riesce a trafiggere la rete alle spalle di Pepe Reina con una strepitosa rovesciata, che si insacca sotto al sette. Un gol favoloso, ma che agli occhi di tutto il popolo biancoceleste non è che una disastrosa sentenza. Da quel momento, infatti, l’ipotesi del raddoppio ligure comincia a diventare sempre più viva e la conseguente sconfitta significherebbe anche l’esclusione definitiva dalla lotta per il quarto posto. Più che un’ipotesi, in realtà, dai divani della metà buona di Roma appare una vera e propria certezza. Quando niente sembra andare per il verso giusto, però, dalla manica di mister Inzaghi spunta sempre lo stesso Asso vincente.

Infatti, all’87’ minuto, il braccio di Marchizza si solleva leggermente nell’area di rigore dello Spezia, come se un Angelo del cielo lo avesse tirato su, e sbatte contro il pallone che stava spiovendo da quelle parti. L’arbitro assegna il tiro dal dischetto per la Lazio dopo il controllo al VAR e dagli 11 metri si presenta lui: Felipe Caicedo, lo stesso Asso vincente di sempre, proprio nella sua zona. In campo ci sono ancora Luis Alberto e lo stesso Correa, ma quel tiro importantissimo se lo prende lui di forza. Sistema il pallone, prende la rincorsa e scaraventa la sfera alla destra di Zoet, spaccando la porta e segnando la rete della vittoria della Lazio.

Ma chi ci credeva stavolta? Chi ci credeva che, anche in questa occasione, la Pantera avrebbe regalato ai biancocelesti i tre punti con un graffio nei minuti finali? Probabilmente, visto lo stato d’animo classico e le sensazioni tipiche dei tifosi biancocelesti, nessuno. «E’ già successo troppe volte, i rigori non li sa battere, non possiamo vincere sempre giocando male, ecc…». Tutti pensieri legittimi, ma che sono stati spazzati via dall’urlo di gioia del numero 20, al suo ottavo gol in campionato.

In questo Sabato Santo molto strano, la Lazio è riuscita a mettere a segno la sua terza vittoria consecutiva, superando la Roma al sesto posto e rimanendo a soli 6 punti dal quarto posto, con una partita ancora da recuperare. Ancora una volta, contro ogni aspettativa, contro ogni cattiva sensazione e contro ogni sfortuna, la banda Inzaghi riesce a strappare un risultato importantissimo, trascinata dai gol allo scadere di Felipe Caicedo. Tuttavia, il merito va dato tutto a quell’Angelo del cielo che ha tirato su il braccio di Marchizza quel tanto che bastava per farci sbattere il pallone. Dopo il gol del Panterone, quest’Angelo avrà sicuramente esultato sulle nuvole, sfoggiando di fronte a tutto il Paradiso il suo ciuffo biondo e la sua maglia biancoceleste con l’Aquila sul petto e col “10” sulle spalle

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