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Lazio, continua il tira e molla con il tifo organizzato. Lotito ancora nel mirino (e non è finita)
Lazio, continua la tensione: il tifo organizzato risponde a Lotito. La situazione attuale
La situazione attorno alla Lazio continua a essere agitata dopo le recenti dichiarazioni del presidente Claudio Lotito, che hanno alimentato un clima già teso. Le parole del patron biancoceleste non sono state accolte positivamente dal tifo organizzato, che ha scelto di replicare attraverso una lunga intervista rilasciata a Radio Laziale. Le loro dichiarazioni non solo non placano la polemica, ma anzi riaprono un confronto acceso sulla gestione del club e sui rapporti tra società e tifoseria.
La replica alle parole di Lotito
Il tifo organizzato della Lazio ha commentato duramente il riferimento del presidente agli “onori del caso”:
«Devono spiegare cosa significhi per loro ‘tutti gli onori del caso’. Se per loro vuol dire dare due biglietti in tribuna autorità e nemmeno un tramezzino a una ragazzina di 13 anni, allora non abbiamo la stessa idea di rispetto. Per noi gli onori sono un’altra cosa. Siamo stati fin troppo buoni: abbiamo gestito la situazione alla domenica mattina, consapevoli delle difficoltà che la Lazio vive a causa di una cattiva gestione. Se avessimo fatto uscire la vicenda il lunedì, probabilmente non ci avrebbero fatto entrare allo stadio la prossima volta».
Un’affermazione che sottolinea un malessere profondo verso la dirigenza, accusata di non considerare adeguatamente il ruolo e il valore della propria tifoseria.
Il tema della coercizione
Una parte importante dell’intervista riguarda la presunta “coercizione” denunciata da Lotito. Il tifo organizzato della Lazio ribalta l’accusa:
«Mentre in televisione nessuno gli può andare contro, lui parla di coercizione senza capire cosa significhi davvero. La coercizione c’è quando persone che hanno pagato il biglietto vengono respinte all’ingresso con modi bruschi, impedendo loro di assistere allo spettacolo. Noi non abbiamo mai obbligato nessuno: abbiamo lasciato libertà totale, e le persone – disgustate da ciò che è accaduto – hanno scelto spontaneamente di non entrare. La nostra credibilità vale più della sua».
La questione dello striscione
Infine, il tifo organizzato ha chiarito la questione relativa allo striscione non autorizzato:
«Esiste una prassi precisa: ogni striscione deve essere presentato da una persona fisica. Dire in un’intervista che uno striscione non entra perché non si sa chi l’abbia presentato è assurdo. Tutto avviene in modo trasparente, con nomi e cognomi. Le sue parole non corrispondono alla realtà».
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