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Lazio, Negri sui biancocelesti: «La vittoria contro il Milan una boccata d’ossigeno. Sul ritorno di Immobile dico una cosa»
Lazio, Negri analizza il momento biancoceleste: «Personalità, carattere e una scintilla per cambiare la stagione»
Alla vigilia dell’attesa sfida tra Lazio e Bologna, l’ex attaccante Marco Negri ha condiviso una riflessione approfondita sul percorso della squadra di Maurizio Sarri. Un’analisi che non si limita ai risultati, ma entra nel cuore dell’identità che la Lazio sta cercando di costruire in una stagione di alti e bassi.
Negri ha iniziato parlando del simbolo della formazione biancoceleste: Ciro Immobile. per l’ex bomber, l’attaccante rappresenta uno di quei racconti straordinari che il calcio regala raramente. «Immobile è una favola – spiega – e può essere il tassello fondamentale per un nuovo salto di qualità. La Lazio, al di là della classifica, ha mostrato una personalità incredibile». Un concetto ribadito più volte: la squadra di Sarri sta vivendo un percorso complesso, ma la mentalità non è mai mancata.
L’ex centravanti ha poi puntato i riflettori sulla recente prestazione della Lazio in Coppa Italia, definendola una prova da grande squadra: «Contro il Milan la Lazio ha mostrato di aver superato la mazzata di San Siro. Quella vittoria può essere la scintilla in grado di modificare l’andamento del campionato della Lazio». Un pensiero che richiama l’idea che, a volte, basta una gara per ritrovare fiducia, compattezza e spirito competitivo.
Negri: “In Italia non crescono più i bomber di una volta”
Il discorso si è poi spostato sul panorama nazionale, con una riflessione critica sul modo in cui vengono formati gli attaccanti. Secondo Negri, il problema non riguarda solo la Lazio, ma l’intero movimento calcistico italiano. «Ormai si cresce in modo omologato, dalle scuole calcio al settore giovanile. Si fanno sempre le stesse uscite, gli stessi schemi. È giusto lavorare sulla tattica, ma una giovane punta deve coltivare il proprio istinto. Se a 19 anni hanno già fatto tutto, è difficile crescere ulteriormente».
Una critica che tocca uno dei temi più discussi del calcio italiano moderno: la mancanza di veri finalizzatori. Per l’ex attaccante, la trasformazione del ruolo è uno dei fattori chiave: «Il centravanti e il portiere sono ruoli completamente cambiati. Una volta al nove bastava mezzo pallone. Oggi deve partecipare alla manovra, abbassarsi, dialogare. Questo lavoro così dettagliato toglie spazio all’istinto, che è ciò che permette di anticipare il difensore».
In vista della sfida di campionato, la parola d’ordine per la Lazio resta una: trasformare la scintilla in continuità. Sarri e i suoi sanno che il percorso passa dalla testa, dal carattere e, come ricorda Negri, dal talento che ancora può cambiare la stagione.
