Hanno Detto

Conferenza stampa Sarri: «Lazio, avrei abbandonato qualsiasi altra squadra. Abbiamo fatto un’analisi sugli infortuni e posso dirvi che…»

Lazio News 24

Published

on

Conferenza stampa Sarri: le dichiarazioni alla vigilia di Atalanta-Lazio. Il tecnico biancoceleste presenta la sfida di Bergamo

Maurizio Sarri interviene in conferenza alla vigilia del match di Serie A tra Atalanta e Lazio. Le parole del tecnico biancoceleste.

SITUAZIONE LAZIO E ATALANTA DI JURIC – «La Lazio attuale è una Lazio dipendente dai giocatori a disposizione, sia per le scelte che per il modulo. A Genova avevamo 7 assenze, col Torino otto. È una situazione difficile, specialmente per una squadra che ha vissuto la nostra estate. Noi sappiamo quale sarà il nostro campionato, sarà un campionato di difficoltà e sofferenze, dovremo essere umili nel modo di pensare così come tutto l’ambiente. Sappiamo che questo diventa molto meno controllabile, ma interessa l’umiltà del gruppo. L’Atalanta è molto simile a quella di Gasperini, ci sono differenze minime. A grandi linee è molto simile».

INFORTUNATI – «Dia, Zaccagni e Marusic? Sono tutte situazioni al limite, si sono allenati con noi solo oggi e non sappiamo che tipo di minutaggio possono avere. Sono stati allenamenti poco indicativi dal punto di vista fisico, qualcuno dovrà giocare per forza e altri saranno a disposizione, anche se un acciaccato che entra dalla panchina mi preoccupa. Fare un cambio e dopo 15 minuti dover sprecare un altro slot è un problema. Abbiamo fatto un’analisi sugli infortuni, alcuni sono pregressi. Dia è da tre anni che ha problemi alla caviglia, Pellegrini è traumatico. Alcuni infortuni muscolari sono legati in specifiche aree del corpo, sono situazioni diverse e non è facile dare spiegazioni. Zaccagni viene da un’estate difficile dove si è operato, è una situazione complicata».

MERCATO DI GENNAIO – «Ho parlato solo col direttore, mi ha detto che molto probabilmente potremo fare mercato ma non abbiamo un’indicazione ufficiale a riguardo».

COSA CHIEDERE ALLA LAZIO E CATALDI – «Posso richiedere una parte delle qualità che si sono viste tre anni fa, quella squadra lì a livello di qualità tecnica aveva qualcosa in più. Questa forse ha più fisicità, ma se ricordiamo i giocatori persi durante gli anni erano giocatori di altissimo livello. È chiaro che parlo di umiltà perché la nostra situazione era difficile all’inizio e sta diventando ancor più difficile. Quando trovi una squadra come l’Atalanta la sofferenza e la fatica diventano qualità fondamentali, ma non bisogna mai confonderla con l’accettazione della sconfitta. Affrontiamo sulla carta una squadra molto più forte di noi, ma dal punto di vista tattico meno punti di riferimento diamo e meglio è. Cataldi è un giocatore affidabile, riesce a dare quello che ti aspetti nel 90% delle partite che gioca. Anche nell’anno del secondo posto ebbe un impatto importante, non mi sorprende».

RIFLESSIONI PERSONALI E CANCELLIERI – «Io sono contento, una squadra come questa che ha vissuto quello che ha vissuto per quattro mesi che gioca un derby con quella prestazione, che domina a Genova dove ha sofferto la Juve e recupera la partita con il Torino in quel modo è un aspetto positivo. Cancellieri ha iniziato a giocare sfruttando le sue qualità, penso faccia parte dell’evoluzione sua come calciatore e persona. Deve muovere la palla con grande velocità e attaccare gli spazi, così è velenoso, se si intestardisce è più prevedibile. Isaksen è in crescita, è una fortuna perché all’inizio era un giocatore molto importante, la sfortuna è legata alla voglia di entrambi di giocare a destra. Speriamo che uno dei due possa incidere anche a gara in corso».

DELE-BASHIRU E ISAKSEN – «Dele è ancora sotto la supervisione dello staff medico, ha un controllo finale la prossima settimana. Da lì a venire almeno in parte con noi dovrà passare qualche giorno, la gestione adesso è completamente medica. Isaksen ha fatto due spezzoni in nazionale, è tornato con valori che non ci piacevano e lo abbiamo tenuto a carico di lavoro molto basso. È stato bene, è tornato molto sollevato dal punto di vista del morale e stamani ha fatto allenamento di buon livello. Dopo tanto tempo sta tornando anche come qualità, lo vedo molto più reattivo ed esplosivo. Ha avuto una malattia subdola, fino a inizio anni 2000 con quella malattia stavi fermo 6-7 mesi. Mi sembra che sia già positivo l’averlo recuperato dopo tre mesi».

RIMASTO ALLA LAZIO – «Progetto tecnico interessate? A gennaio e giugno dell’anno prossimo ti dirò, quello che ho fatto fino a ora lo avrei fatto solamente per una squadra. In una squadra che mi dice che non avrebbe potuto fare mercato dopo aver firmato il contratto sarei sicuramente andato via e avrei abbandonato immediatamente, qui ho avuto forti remore a farlo. Questa forza non mi sta abbandonando nonostante le difficoltà e le bestemmie giornaliere che sono costretto a tirare. Ho sempre la ferma convinzione di far crescere questo gruppo e tirarne fuori sette o otto che possano giocare a buon livello».

INFORTUNI, COSA INDICE? – «La questione ritiro non riguarda la situazione attuale, faccio fatica a pensare che un infortunio di oggi sia legato a qualcosa di tre mesi fa. Abbiamo avuto dei problemi ai campi fino a 10 giorni fa, ora sono pronti campi di buon livello. È stato un problema momentaneo, tra campi non pronti e che diventavano difficilmente praticabili, però la difficoltà momentanea succede a tante squadre. È difficile arrivare a conclusioni certe, sono un misto di vecchi acciacchi e qualche infortunio nuovo, mai nelle stesse zone muscolari. Se ci fosse stato un problema di preparazione sarebbero stati infortuni simili. Castellanos è ancora palesemente sotto i medici, si parla di un infortunio di minimo 4-5 settimane quindi siamo ancora piuttosto lontani».

TAVARES – «Le difficoltà di Tavares hanno una storia più lunga, non penso siano difficoltà tattiche. Non penso sia un giocatore che può giocare in mezzo al campo, non ha una gestione della palla di grandissimo livello da fermo, mentre da esterno alto perde l’accelerazione palla al piede. È un ragazzo che deve solo ritrovarsi dal punto di vista della fiducia in sé stesso, più mentale che sotto altri punti di vista. Ci sono qualità enormi ed è evidente, deve solo trovare la capacità di tirarle fuori».

GIOCATORE CHE STA SUPENDO – «Con questi ragazzi il percorso è lungo, in squadra abbiamo tanti ragazzi che giocano per istinto. La mia capacità di incidere diventa minore nel breve periodo, un giocatore con queste caratteristiche mentali ha qualità diverse rispetto al calcio di ordine che piace a me. Faccio fatica a farli crescere, non per loro volontà ma per le loro caratteristiche mentali. Vedo però un’evoluzione, nel modo di porsi e la disponibilità di questi ragazzi. Piano piano son convinto che qualche giocatore crescerà in maniera forte. In questo momento faccio fatica a farli giocare come dico io, mi sto violentando anche io in certe scelte per accompagnarli. Se continuano con l’applicazione dell’ultimo mese piano piano si arriverà dove voglio io. Spero di poter rispondere a questa domanda a fine anno e di fare 3-4 nomi».

Exit mobile version