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Zazzaroni: «La Serie A ha sempre più stranieri. Di cosa parla Gattuso con gli allenatori di Serie A?». Le parole

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Zazzaroni svela: «La Serie A ha sempre più stranieri. Di cosa parla Gattuso con gli allenatori di Serie A?». Le sue dichiarazioni

Nel suo editoriale “Smettiamola di piangere” pubblicato sul Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, direttore del quotidiano, lancia un’accusa diretta e pungente contro il calcio italiano, evidenziando le contraddizioni di un sistema che, a ogni fallimento della Nazionale, si abbandona a lacrime e promesse senza mai affrontare le cause profonde.

Zazzaroni descrive un movimento calcistico “malato” e “colpevolmente esterofilo”, dove il lamento per la carenza di talenti italiani si scontra con una Serie A sempre più popolata da giocatori stranieri. Il paradosso è evidente: si invoca il rilancio dei giovani azzurri, ma poi si continua a preferire profili internazionali, soprattutto nei club di vertice.

A fare da simbolo a questa contraddizione è il recente tour di Rino Gattuso, ex centrocampista grintoso del Milan e oggi allenatore, nei ritiri delle squadre di Serie A. In compagnia di Leonardo Bonucci (difensore esperto con un passato alla Juventus), Riccio (collaboratore tecnico) e Gianluigi Buffon (storico portiere della Nazionale), Gattuso ha incontrato diversi allenatori. Le immagini diffuse online mostrano sorrisi e abbracci, ma Zazzaroni si chiede provocatoriamente di cosa si sia realmente discusso, sottolineando che gli stessi tecnici che accolgono il CT sono poi “costretti” a schierare quasi esclusivamente stranieri.

Il direttore definisce questa situazione “la terra dei cachi (amari)”, denunciando un vizio sistemico che si ripresenta puntualmente dopo ogni delusione azzurra. I dati parlano chiaro: la percentuale di stranieri in Serie A è passata dal 66,56% dell’agosto 2024 al 68,05% nel 2025, segno di un’emorragia di talento italiano che non accenna a fermarsi.

Zazzaroni chiude con una provocazione amara: se il sistema non ha la volontà di cambiare, tanto vale smettere di illudersi. “Continuiamo a prenderla in saccoccia ma senza strepitare. Almeno facciamo miglior figura”, scrive. Un invito a riconoscere il fallimento collettivo e ad abbandonare le ipocrisie, per affrontare finalmente la realtà del calcio italiano.

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