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Sarri, il retroscena: quella volta che Ronaldo gli masticò l’erba davanti per fargli capire che…

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Sarri, il retroscena: quella volta che Ronaldo gli masticò l’erba davanti per fargli capire che… L’aneddoto sull’attuale tecnico della Lazio

opo le esperienze all’estero, ultima quella con il WBA, Gianluca Frabotta si è rimesso in gioco nel calcio italiano, ripartendo dal Cesena in Serie B. L’esterno, lanciato in prima squadra alla Juventus da Andrea Pirlo dopo aver lavorato anche con Maurizio Sarri, ha ripercorso in un’intervista al Corriere della Sera i momenti indelebili della sua avventura in bianconero, tra aneddoti su campioni e sogni realizzati.

L’ESORDIO E LE PAROLE DI DYBALA

Un ricordo indelebile è legato al suo esordio contro il Milan e al supporto di un compagno speciale. «Prima di entrare in campo per Milan-Juve. Ero nel tunnel, la tensione era forte. Mi si avvicina un compagno: ‘Gianlu stai tranquillo, sei forte. Oggi fai un partitone, li mangi’. Era Dybala. Mi aveva trasmesso una carica incredibile. Avevo dei campioni al mio fianco: Cristiano Ronaldo, Bonucci, Dybala, Chiellini, Buffon sono solo alcuni».

I RICORDI DELLA JUVENTUS

L’ambiente di Vinovo era studiato per motivare i giovani a credere nel grande salto. «Una parete di Vinovo dove sono appese le maglie di tutti i giocatori del settore giovanile che sono arrivati in prima squadra. Alla fine c’è uno specchio. Un messaggio forte: ‘Il prossimo a esordire puoi essere tu’».

ESORDIO CON LA JUVE

La prima assoluta arrivò in una partita dal sapore speciale. «Era l’ultima giornata della stagione precedente contro la Roma, la squadra della mia città. Pensare che giocavo nel parchetto sotto casa con i palloni che ogni Natale mi regalava papà, chi l’avrebbe mai detto. Avevamo già vinto il campionato. Sul pullman prima della partita festeggiavano tutti. Tutti tranne me e Zanimacchia. Avevamo un’ansia…».

PIRLO

Frabotta non dimentica chi gli ha dato fiducia nel momento più importante. «Resterò sempre grato a Pirlo. Ha avuto fiducia in me, mi ha aiutato nella gestione della tensione. Nel suo esordio in panchina contro la Sampdoria mi aveva fatto giocare titolare. Ricordo ancora l’allenamento precedente. Ero in autostrada, stavo tornando a casa. Mi aveva chiamato il team manager per dirmi di tornare indietro, Pirlo mi voleva parlare. Ho saputo che sarei partito dall’inizio».

CRISTIANO RONALDO

Un aneddoto curioso svela la mentalità unica di CR7. «Un esempio quotidiano. Mi è rimasto impresso un suo gesto. Nel corso di un’esercitazione tattica, Sarri gli mostrava i movimenti che avrebbe dovuto fare nei calci piazzati. Lui era un po’ contrariato. Era diverso, non aveva bisogno di indicazioni, sentiva dentro dove sarebbe finita la palla. Per farlo capire all’allenatore aveva strappato dell’erba e l’aveva masticata e annusata. ‘A me piace capire il campo, capire dove arriverà il pallone’».

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