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Lazio, Sarri ha fatto un miracolo? Ecco l’analisi della squadra biancoceleste prima della sosta

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Lazio, il piccolo miracolo firmato Sarri: dalla crisi al capolavoro tattico

La stagione della Lazio sembrava destinata a un avvio da incubo. Torniamo indietro al 21 settembre: la squadra biancoceleste aveva appena perso un derby amarissimo e in classifica contava soltanto tre punti in quattro partite, al tredicesimo posto insieme a Sassuolo e Verona. Come se non bastasse, l’infermeria era piena: sette giocatori indisponibili, di cui cinque centrocampisti. Una situazione che avrebbe potuto far crollare chiunque, ma non la Lazio di Maurizio Sarri.

Da quel momento, qualcosa è cambiato. Nelle successive sei partite contro Genoa, Torino, Atalanta, Juventus, Pisa e Cagliari, la Lazio ha conquistato 12 punti, perdendo solo dall’Inter — l’unica squadra con un rendimento migliore nello stesso periodo. Un risultato sorprendente, costruito in condizioni di emergenza costante e che ha messo in luce il valore del gruppo e la mano esperta del tecnico toscano.

Sarri ha saputo valorizzare al massimo le risorse a disposizione, prendendo decisioni difficili ma decisive. Emblematico il caso di Basic, inizialmente ai margini ma poi protagonista della rinascita biancoceleste, con prestazioni solide e un gol pesantissimo contro la Juventus. La Lazio ha riscoperto compattezza, spirito di sacrificio e una solidità difensiva che ha stupito tutti: contro il Cagliari è arrivato il quarto clean sheet consecutivo, il sesto della stagione. Nei maggiori campionati europei solo l’Arsenal ha fatto meglio.

Non è un caso isolato. La gestione Sarri aveva già mostrato questa tendenza: quattro gare senza gol subiti nel 2021-22, e due serie da sei partite nel 2022-23. La Lazio ha trovato nella fase difensiva la chiave per restare competitiva, anche a costo di sacrificare un po’ di brillantezza offensiva rispetto al passato. Non è un cambio di filosofia, ma una scelta strategica: una Lazio più equilibrata e matura, capace di adattarsi alle circostanze.

Il “piccolo miracolo” di Sarri, come lo ha definito lui stesso parafrasando Troisi, è frutto di lavoro, fiducia e mentalità. In un’estate segnata da un mercato bloccato e da un’emergenza infortuni senza precedenti, la Lazio ha trovato nella sua panchina il suo vero campione. Ora spetta alla società supportare l’allenatore, investendo con lungimiranza per rafforzare un progetto che, nonostante tutto, continua a guardare in alto.

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