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Lazio, pochi gol? Sarri ha in mano la soluzione per risolvere il problema
Lazio, pochi gol? Sarri ha in mano la soluzione per risolvere il problema di un attacco poco prolifico. Ecco come imposterà la sua squadra
In un avvio di stagione in cui il reparto offensivo della Lazio fatica a decollare, con le punte Castellanos e Dia ancora alla ricerca della migliore condizione e del feeling con il gol, le speranze biancocelesti poggiano su una certezza: la difesa. Dopo una stagione deludente sotto la guida di Baroni, conclusa con 49 reti al passivo e una dolorosa esclusione dalle competizioni europee, Maurizio Sarri è chiamato a ricostruire quella fortezza difensiva che è sempre stata il pilastro dei suoi successi. “Mau” sa bene che per raggiungere traguardi ambiziosi, tutto parte da una solida organizzazione arretrata.
La carriera del “Comandante” parla per lui. La sua capacità di dare un’impronta difensiva quasi maniacale alle sue squadre è supportata da numeri inequivocabili. Già con l’Empoli neopromosso, nella stagione 2015/16, stupì contenendo i gol subiti a soli 52. Nel suo triennio d’oro a Napoli, la sua squadra subì appena 100 reti complessive. L’approdo in Premier League con il Chelsea nel 2018/19 lo vide guidare la terza miglior difesa del campionato, un risultato replicato l’anno successivo alla Juventus, con cui si laureò campione d’Italia. Lo scrive il Corriere dello Sport.
Il suo percorso alla Lazio ha seguito lo stesso copione. Dopo un primo anno di assestamento (2021/22) con 58 gol incassati, necessario per assimilare i suoi complessi meccanismi di gioco, la musica è cambiata radicalmente. Nella stagione 2022/23, la Lazio è diventata un muro invalicabile: appena 30 gol subiti e un Ivan Provedel da record, capace di mantenere la porta inviolata per ben 21 partite. Anche nell’ultima stagione, interrotta dalle sue dimissioni alla 28ª giornata, la sua squadra vantava la quinta miglior difesa della Serie A.
Oggi, nelle prime uscite stagionali, l’impronta di Sarri è già ben visibile. Si nota un reparto arretrato compatto e un centrocampo roccioso che funge da primo, invalicabile filtro. In attesa che l’attacco trovi la giusta ispirazione, è chiaro che il destino europeo della Lazio passerà inevitabilmente da qui. In una squadra che forse pecca di fantasia e qualità individuale negli ultimi trenta metri, sarà proprio la disciplina tattica e la solidità difensiva, vero marchio di fabbrica del sarrismo, a dover fare la differenza per scalare la classifica e riconquistare un posto nel calcio che conta.