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Lazio, perché Pedro e Vecino sono stati poco utilizzati nelle amichevoli
Lazio, perché Pedro e Vecino sono stati poco utilizzati nelle amichevoli pre campionato. Dietro c’è un disegno ben preciso di Sarri
La tournée turca ha offerto a Maurizio Sarri l’occasione di testare a fondo la sua rosa, focalizzandosi in particolare sui giocatori meno abituati ai suoi schemi. È il caso di Dele-Bashiru, che ha collezionato presenze in tutte e quattro le amichevoli disputate dalla Lazio, a dimostrazione della volontà del tecnico di valutarne l’apprendimento e l’adattamento ai suoi principi di gioco.
Al contrario, due figure chiave come Pedro e Matías Vecino hanno visto il campo meno del previsto. Come sottolineato dal Corriere dello Sport, la scelta di Sarri non è casuale, ma è dettata dalla profonda fiducia che ripone nei due giocatori. L’allenatore sa di poter contare su di loro in qualsiasi momento e ha preferito concentrarsi sugli elementi che necessitavano di maggiore attenzione.
In questo precampionato, lo spagnolo è partito titolare solo contro la Primavera e l’Avellino, mentre l’uruguaiano ha giocato dal primo minuto unicamente in quest’ultima sfida. Un rodaggio minimo, funzionale a preservarli per l’inizio del campionato, dove torneranno a essere protagonisti assoluti. Sia Pedro che Vecino rappresentano i jolly perfetti per il 4-3-3 di Sarri. L’attaccante spagnolo può infatti ricoprire tutti i ruoli del tridente offensivo e, in un’eventuale variante tattica, agire anche da trequartista.
Allo stesso modo, Vecino è una pedina preziosa a centrocampo: può alternarsi con Guendouzi, affiancarlo o addirittura essere impiegato come regista, un ruolo che ha già ricoperto con successo in passato. Entrambi hanno rinnovato il contratto con la Lazio a giugno, a testimonianza di un rapporto di fiducia reciproca. Non è un caso che sia con Sarri che hanno totalizzato il maggior numero di presenze in carriera (175 per Pedro e 111 per Vecino). Saranno loro, con la loro esperienza e la loro duttilità, le vere armi in più a disposizione del “Comandante” per una stagione che si preannuncia lunga e impegnativa.