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La nuova ossatura del centrocampo biancoceleste: come Guendouzi tiene insieme la Lazio di Sarri
In casa Lazio è iniziata la preparazione alla stagione 2025/2026 all’insegna della continuità e della necessità. Con il blocco del mercato ancora in vigore e una rosa che non può essere rinforzata, Maurizio Sarri ha scelto di affidarsi ai suoi uomini più affidabili per ricostruire equilibrio e identità. Uno su tutti: Mattéo Guendouzi.
Il centrocampista francese, tornato al centro del progetto dopo un’annata altalenante sotto Tudor, è stato immediatamente “riabbracciato” da Sarri, che già lo aveva allenato proprio alla Lazio nel suo primo ciclo in biancoceleste. Ora, con una nuova stagione da affrontare e risorse limitate, l’importanza di Guendouzi è ancora più evidente.
Il “pupillo” del tecnico
Il francese ha ritrovato il suo mentore nel momento più delicato del club. Sarri lo conosce bene, e già nel 2023 ne aveva fatto un punto fermo del proprio centrocampo, apprezzandone l’intelligenza tattica, la mentalità feroce e la capacità di adattarsi in fretta agli schemi. Non a caso, appena tornato sulla panchina laziale, lo ha rimesso al centro del progetto tecnico con una naturalezza che ha colpito anche lo spogliatoio: la sensazione è che Guendouzi fosse già pronto, come se non si fosse mai interrotto quel filo di intesa costruito due anni fa.
Nel ritiro estivo la sua leadership è emersa subito: sempre tra i primi ad arrivare sul campo, sempre attento in ogni fase dell’allenamento. Il francese rappresenta l’incarnazione ideale del calcio “pensato” da Sarri: posizionamento, lettura delle linee di passaggio, copertura intelligente, pressing mirato. Il tutto unito a una condizione fisica che gli permette di garantire intensità per 90 minuti senza mai calare di tensione. In questa nuova Lazio, orfana di innesti e con diverse incognite, Guendouzi è diventato la bussola.
Il suo ruolo, nel 4-3-3 sarrista, è quello di mezzala d’equilibrio: capace di abbassarsi sulla linea dei difensori per iniziare l’azione, ma anche di farsi trovare tra le linee per dare soluzioni in fase offensiva. Il suo passato in Ligue 1 e in partite di Premier League, in particolare con l’Arsenal, lo ha formato sia tecnicamente che caratterialmente: abituato al ritmo alto e al duello costante, è tornato a Roma con una maturità diversa, più incline alla gestione ma senza perdere la sua indole combattiva.
Semplicemente imprescindibile
Fisicamente Guendouzi è un atleta completo: alto, resistente, rapido nell’accorciare sul portatore di palla, ma anche fluido nel gestire la palla sotto pressione. Non è un regista puro, ma in mancanza di un playmaker classico può tranquillamente dettare i tempi di gioco con intelligenza. In questa preparazione, in cui Sarri sta lavorando molto sul pressing alto e sulla riaggressione immediata, il francese è il primo a dare il via al movimento collettivo, anticipando le linee di passaggio avversarie e favorendo il recupero immediato.
Sul piano tecnico, le sue verticalizzazioni rapide sono un’arma importante per dare profondità a un attacco che spesso tende ad appiattirsi. E anche se non ha numeri da trequartista, la sua capacità di servire assist tagliando il campo con un solo passaggio è una risorsa sottovalutata. In fase difensiva, invece, i suoi recuperi palla e la lettura delle transizioni avversarie fanno la differenza. Guardando ai risultati partite Serie A delle scorse stagioni, è evidente quanto la sua presenza in campo sia sempre coincisa con una Lazio più solida e reattiva.
Sarri lo ha elogiato anche fuori dal campo, definendolo “uno che ascolta, capisce e si applica”: tre qualità non scontate in un calcio che spesso premia l’istinto più del ragionamento. E nel gruppo, dopo alcuni momenti difficili vissuti sotto la gestione Tudor, Guendouzi sembra aver ritrovato non solo spazio, ma centralità. È uno dei pochi elementi della rosa ad avere il carisma per guidare i compagni, pur non essendo un veterano. La sua grinta non passa inosservata e, in una Lazio in fase di ricostruzione, anche l’aspetto emotivo può fare la differenza.
Il club ha respinto con forza le avances arrivate dall’estero, consapevole che, senza possibilità di operare sul mercato, non può permettersi di perdere una pedina così determinante. Newcastle, Aston Villa e alcune squadre tedesche hanno mostrato interesse, ma per ora la società ha fatto muro, convinta che la combinazione Sarri-Guendouzi possa riportare equilibrio, corsa e cervello a una mediana che dovrà sopportare il peso dell’intera stagione.