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Un capolavoro racchiuso in due parole: Simone Inzaghi

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L’analisi dal punto della semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Roma e Lazio, che ha decretato il passaggio del turno dei biancocelesti

Partiamo dalla fine: squadra in festa raccolta sotto la propria gente. Scene d’altri tempi che sembravano utopia fino a qualche mese fa e invece… Inzaghi e i suoi ragazzi riavvicinano i tifosi a quella squadra fondata 117 anni fa dai colori bianco e celesti. Colori che tornano a riempire il cielo di Roma come non accadeva da quasi quattro anni. Per info chiedere sempre a loro, appartenenti all’altra sponda del Tevere. Sconfitta indolore dopo la vittoria dell’andata; questa sera c’è spazio solo per i festeggiamenti, prima in campo, sotto la curva, poi negli spogliatoi, infine a Formello. Milinkovic e Immobile: stesso ordine dell’andata con risultato diverso, ma questo poco importa. La Lazio vola in finale dove troverà la vincente di Napoli-Juventus, anche se adesso, neanche questo sembra essere un pensiero prioritario. C’è solo spazio per gioie ed emozioni dopo un doppio confronto tanto sofferto quanto meritato. Inzaghi dimostra di essere diventato grande, sfruttando le incertezze e le ingenuità di una Roma assai fragile. La velocità e il ritmo forsennato biancoceleste, ha mandato in tilt i meccanismi difensivi giallorossi in tutti i 180 minuti. A completare il lavoro ci hanno pensato i tre corazzieri davanti a Strakosha, sempre compatti e vigili. Ora un giorno di festa e poi la testa di nuovo al campionato.

ROMA ALLE CORDE – Stesso atteggiamento dell’andata, modulo diverso. A variare è stata la posizione di Milinkovic, arretrato al fianco di Biglia e Lulic per quello ha assunto tutte le forme di un 3-5-2. Immobile gioca tra i due difensori con Felipe Anderson che esce dagli schemi andando a cercarsi continuamente la posizione. Grande lavoro di Lulic e Biglia, sempre pronti a cucire il gioco e a far ripartire l’azione. Il capitano non si è quasi mai mosso dalla sua ‘cabina di regia’, facendo da schermo ai tre, mentre le due mezze ali (Milinkovic e Lulic), a turno accompagnavano l’azione. Il fiore all’occhiello è sempre la fase difensiva, ancora una volta impeccabile nonostante i tre gol presi a cuor leggero, in virtù del risultato dell’andata. Bastos e Wallace giganteggiano e mordono le caviglie a chiunque si avvicini nella loro zona, non disdegnando di tanto in tanto qualche ‘spazzata’. Peccato per il risultato che poteva essere diverso, sopratutto dopo il momentaneo 1-2 con la Roma tutta riversata in avanti. Le occasioni per la Lazio sono state tante, ma l’eccessiva tranquillità in ottica del doppio confronto e i tanti acciacchi degli 11 in campo, hanno fatto ‘rilassare’ i biancocelesti. Basti pensare che al triplice fischio: Lulic, Immobile, Milinkovic e Lukaku erano con la lingua di fuori e erano usciti per infortunio Biglia, de Vrij. Senza contare l’assenza per squalifica di Parolo. In sostanza, qualora la Lazio avesse avuto bisogno di vincere o comunque di non perdere per passare il turno, sicuramente gli ultimi minuti di gara sarebbero stati diversi. Dà sempre fastidio perdere un derby, anche se questa volta è assolutamente indolore. Ha funzionato di nuovo questo assetto tattico, riproposto puntualmente contro le squadre che giocano un buon calcio e che con molta probabilità, rivedremo anche domenica contro il Napoli e nella finale di Coppa Italia. Se il modulo può cambiare, quello che resta intatto è l’atteggiamento, umile e mai remissivo. La squadra rispecchia i valori del mister e scende sempre in campo con la rabbia e intensità di chi ha fame di vittoria. Quella vittoria che ora è lontana una partita.  Continuando così, il futuro riserverà solo gioie.

OBIETTIVO DOPPIO – La settimana più importante della stagione finirà domenica alle ore 23:00 circa, dopo lo scontro diretto contro il Napoli. Campionato e coppa, la Lazio non vuole lasciare niente per strada. La vittoria nel doppio confronto con la Roma dà morale e consapevolezza a questa squadra, che probabilmente non era ancora al corrente della propria reale forza. Il gruppo è unito e lo si vede in campo e fuori: a testimoniarlo sono le esultanze dei due gol e la festa finale. Inzaghi scavato tra le polvere e le macerie, riuscendo a far diventare grande squadra un insieme di buoni calciatori, su cui in pochi avrebbero scommesso. Dai suoi ragazzi cresciuti nella Primavera a quelli acquistati in estate. La Lazio dopo tanto lavoro si appresta a giocare una finale a giugno e probabilmente quella di Supercoppa il prossimo anno. Intanto per non andare troppo in là con la testa, c’è una semifinale vinta contro i rivali storici da festeggiare. Dopo si inizierà a pensare al Napoli, atteso all’Olimpico per un altro crocevia importante della stagione, ma questa Lazio adesso non deve temere nessuno. Nel giorno del suo 41esimo compleanno, Inzaghi può essere soddisfatto della creatura da lui tirata su. Ora il sogno è vincere un trofeo, magari tra pochi mesi. Doppia festa dopo la doppia semifinale, con la speranza che a tutto ciò si aggiunga un traguardo importante a fine stagione. Champions o Coppa Italia? E se fossero tutte e due…?

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