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Ten Years Challenge, ecco com’era la Lazio di dieci anni fa

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Ten Years Challenge, ecco com’era la Lazio dieci anni fa, nella stagione 2008/2009

È il tormentone social del momento: la Ten Years Challange. Twitter, Instagram e Facebook, la nuova sfida – diffusa con l’hashtag #10YearsChallenge – impazza su tutte le piattaforme. La sfida invita gli utenti a confrontare una foto attuale di se stessi con una di, appunto, dieci anni fa. Una prova per vedere quanto, ma soprattutto come, si è invecchiati col passare del tempo. Tante le celebrità che hanno partecipato con entusiasmo, tra queste – ovviamente – anche i giocatori.
Ma come era la Lazio dieci anni fa, durante la stagione 2008/09? Chi erano i calciatori che componevano la rosa?

ALLENATORE – Delio Rossi. L’indimenticabile e indimenticato Delio Rossi. Di poche parole, schivo, quasi burbero davanti alle telecamere. Ma profondamente legato ai colori biancocelesti. La folle corsa sotto la Nord, il tuffo nella fontana del Gianicolo, la commozione durante la conferenza stampa d’addio: una passione ardente che non ha mai nascosto. Come non è mai riuscito a nascondere la sua spiccata sensibilità, seppure maldestramente cammuffata con modi burberi. Un’empatia unica che è riuscito a metterlo in connesione con un ambiente particolare e lo ha aiutato a smussare il suo «diamante grezzo», Mauro Zarate. Sotto la sua guida, l’argentino ha esaltato generazioni di tifosi: «L’ho visto subito, l’ho capito subito, un’occasione felice per un tecnico che s’appassiona al calcio. Ecco: ti capita uno Zarate e ti ci dedichi profondamente». E poi quella Coppa Italia, lanciata verso il cielo ma vissuta con la stessa nostalgia di chi sa che deve andare via: «Mentre alzavo, con i miei giocatori, quella coppa tanto attesa sapevo che non sarei più stato l’allenatore della Lazio».
A lui il merito di aver riconsegnato un’identità ad uno spogliatoio che non sapeva più riconoscersi e ritrovato quell’indomabile entusiasmo nello spirito di chi lo guardava: «Il mio orgoglio è stato ritrovare un pubblico che si riconosceva di nuovo nella sua squadra. Ringrazierò sempre Lotito per avermi dato l’opportunità di allenare la Lazio e di entrare a far parte della storia di questo club unico».

TOP PLAYER – Impossibile pensare alla Lazio del 2009 senza ripassare a memoria tutte le reti di Mauro Zarate. Dribbling, assist e doppi passi. Le luci dell’Olimpico hanno illuminato le sue giocate, come lui ha fatto con chi lo guardava giocare. I bambini portavano sulle spalle solo il suo nome. Arrivato a Formello durante il mercato estivo, ha presto vestito i panni dell’idolo. Destro, sinistro, tiri a giro dal limite dell’area e tanta corsa. Genio e sregolatezza: il connubio perfetto. Tutto condito da quell’estro che alberga nel temperamento dei sudamericani. Senza dimenticare la sua specialità: i calci piazzati. In quell’anno anche quello che lui stesso ha definito «un gol indimenticabile», siglato contro la Roma, l’11 aprile.

FORMAZIONE – Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Rozenahl, Kolarov; Brocchi, Ledesma, Meghni, Mauri; Pandev, Zarate

TROFEI E PIAZZAMENTO – La stagione è stata tutt’altro che esaltante. Dopo un avvio di campionato elettrizzante, che ha visto la Lazio capolista fino alla sesta giornata, la squadra ha chiuso l’anno al decimo posto, con al passivo 18 sconfitte (record negativo in un campionato a 20 squadre). Un finale addolcito però dalla vittoria della Coppa Italia, consegnata nelle mani di Rocchi, con il rigore decisivo di Ousmane Dabo, la notte del 13 maggio 2009.

 

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