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Milinkovic: «Derby? Lo sento come i tifosi. A loro voglio dare il meglio»

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Sergej Milinkovic-Savic, intervistato a Lazio Style Channel, ha parlato della sua carriera in biancoceleste e non solo

In questa stagione sta risultando sempre più decisivo, grazie ai suoi gol e ai suoi assist. Stiamo parlando di Sergej Milinkovic-Savic, che nella trasmissione Tell Me, condotta da Sabrina Cavezza su Lazio Style Channel, ha parlato anche della sua prima rete con l’Aquila sul petto. Ecco le sue dichiarazioni.

INFANZIA – «Sono nato in Spagna ma non mi ricordo molto della mia infanzia, visto che abbiamo cambiato subito città. Sono contento però di essere nato lì, ho conosciuto tanta gente. Ho visto tanti Paesi fin da piccolo, poi l’ho fatto anche da calciatore, sono contento di questo».

ARRIVO AL GENK – «All’inizio era molto difficile, per la prima volta ero da solo. Non ero pronto a giocare subito con la prima squadra e sono andato spesso in Primavera. Anche mentalmente non stavo bene, era dura e mi mancava la famiglia ma poi sono cresciuto sotto questo aspetto. Con il tempo mi sono ambientato, poi è cambiato allenatore e ha puntato subito su di me. Dopo sei mesi sono poi arrivato alla Lazio».

ROMA – «Cosa ricordo? Tutto, ho visto tanta gente ed ero sotto choc nel vedere tutti quei tifosi. Quando sono arrivato ho capito che la gente meritava che facessi vedere il meglio di me».

DERBY IN SEMIFINALE DI COPPA ITALIA – «Era il gol più facile che ho fatto, all’inizio della gara di ritorno sentivo di poterne fare un altro per aiutare la squadra ad andare in finale ed è successo. Tutti i gol sono importanti ma quelli nel derby sono più belli, la gente aspetta quelle partite da tutto l’anno. Tutti i laziali vivono per questa partita e sono contento di aver segnato, per i nostri tifosi. Dopo sei anni posso dire di sentirlo come loro».

SUPERCOPPA – «Fu una partita difficile, vincevamo 2-0 poi sono arrivati i due gol della Juventus. Meno male Murgia riuscì a farci vincere la coppa».

GIOCATORE UNICO – «Non mi sento così. Devo ancora lavorare e migliorare, in tanti si aspettano molto da me, mi fa piacere che si dica che sono unico ma non mi sento così».

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