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Conferenza stampa Sarri: «Non voglio che il razzismo sia associato ai nostri tifosi, sulla presunzione della squadra…»

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Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa al termine della sfida persa dalla sua Lazio contro il Lecce: le sue parole

Maurizio Sarri, al termine di Lecce-Lazio, è intervenuto in conferenza stampa. Le sue dichiarazioni:

CALO MENTALE E TERRENO DI GIOCO – «Inutile che lei mi prenda per il culo. Io sul terreno di gioco non ha detto nulla. O legge tutta l’intervista o evita di fare certe domande. Si può essere provocatoria anche con correttezza. Calo mentale? Ce lo chiediamo da un anno e mezzo cosa succede in certi momenti. Abbiamo avuto un ottimo approccio alla partita, poi qualche avvisaglia era arrivata alla fine del primo tempo. Ci eravamo abbassati troppo senza concedere molto. Il secondo tempo abbiamo scatenato noi la reazione del Lecce. Una partita che è iniziata con un alto livello qualitativo è finita con un basso livello mentale. Quest’anno avevamo ridotto questi momenti, ma evidentemente guariti non siamo».

CORI RAZZISTI – «Non voglio fare il menefreghista, ma ti giuro che dalla panchina non si è successo niente. Durante la sosta ho chiesto all’arbitro il perché siccome sentivo i cori dei tifosi del Lecce verso Umtiti. Non voglio che sia associato il razzismo ai tifosi della Lazio perché sono rappresentati dalla maggioranza e non dalla minoranza».

SENTIRSI RESPONSABILE – «Mi sento responsabile come tutti i componenti del gruppo, anche di più visto che è stato sbagliato anche un cambio, quello di Milinkovic. Anche in panchina eravamo in confusione mentale, come la squadra in campo. Secondo me Marcos Antonio è entrato bene, ci ha dato palleggio quando non ne avevamo più. In quel momento della partita in panchina serviva Messi vista l’inerzia della partita. Mettere la croce addosso su questi ragazzi entrati non è il caso. Il calo fisico è un alibi che non va dato a nnessuno, nè allo staff, nè ai giocatori. Noi ci siamo spenti come un fiammifero. Non mi sentirai mei parlare di problema fisico, altrimenti avremmo perso energie in modo costante, ma noi ci siamo spenti».

PRESUNZIONE – «Pedro in questi giorni dava la sensazione di essere vivo e lo volevo sfruttare subito nella partita. Poi ci sarebbe stato spazio per Felipe Anderson, è una semplice scelta. Il Lecce era aggressivo dall’inizio, solo che prima la mandavamo a vuoto e dopo l’abbiamo subita. Poi che noi non siamo una squadra, a parTe qualche singolo, di grande velocità è una questione di caratteristiche. Corriamo tanto, ma non abbiamo tanti scatti. Sulla cilindrata non possiamo fare niente. La Lazio è la squadra mia che negli ultimi anni corre i più, quella che correva meno era il Chelsea. Può essere mancanza di umiltà o superficialità. Avere la sensazione che gli avversari non possano farci del male, uscire dalla partita per un attimo e poi non rientrare più. Perché siamo presuntuosi? Alla fine chi cazzo siamo. Escluso Pedro non ci vedo giocatori che hanno vinto tutto. Io credo sia più superficialità in alcuni momenti».

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