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Lazio, Lotito: «Chiamatemi presidente tifoso. Devo tramandare la società a mio figlio»

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Lazio, le parole del presidente Claudio Lotito tra passato e futuro del suo club nello speciale dei 120 anni di Sky Sport

E’ tutto pronto per i festeggiamenti in grande stile per i 120 anni della nostra Lazio: stasera avranno luogo la prestigiosa cena a Castel Sant’Angelo e la consueta sfilata a Piazza della Libertà. Appuntamento importante anche su Sky Sport che manderà in onda nella serata di domani uno speciale sul compleanno del club biancoceleste e tra le immagini ci sarà anche un’intervista a Claudio Lotito. Ecco le sue parole in un estratto:

«Credo molto di aver fatto cose che probabilmente non sarei in grado di ripetere oggi. Dissi di aver preso una squadra al funerale e di averla portata in una condizione di coma irreversibile che puntavo a far diventare reversibile. Questa è una società che non ha mai avuto un proprietario, in alcuni casi c’era addirittura il problema delle trasferte. In passato alcuni tifosi hanno poi interpretato male quel ruolo sentendosi in diritto di decidere le cose della società. Questo perchè effettivamente in passato sono stati in qualche maniera coinvolti. Io amo dire che sono un Presidente tifoso e non un tifoso Presidente, proprio perchè ho sempre cercato di mantenere in piedi un sistema che avesse la responsabilità della conduzione. Io gestisco anche negli interessi degli altri, quindi non posso fare come la cicala che oggi esiste e domani no. Questa società la devo tramandare, spero che un domani sia mio figlio a proseguire questo percorso, ma io devo fare in modo che tutti coloro che si identificano con questi colori abbiano la certezza di un futuro.»

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