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Lazio, Diaconale: «Società egoista perché vuole finire il campionato? Certo che no»

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Il biancoceleste ha risposto alle polemiche nate in merito alla volontà del club di finire la stagione a tutti i costi

L’emergenza Coronavirus ha fermato l’Italia e con lei tutto il mondo dello Sport, calcio compreso. La Serie A infatti al momento è sospesa ed è molto probabile che non si a portata a termine la stagione. Durante i giorni scorsi si era accesa una forte polemica intorno alla decisione da parte della Lazio di voler ricominciare gli allenamenti per poter tornare il prima possibile sul campo prima del termine stabilito dal governo, 3 aprile, portando molti addetti ai lavori a definire i biancocelesti incoscienti ed egoisti.

Per rispondere alle accuse è intervenuto Arturo Diaconale, portavoce della società, che ha detto la sua ai microfoni di Radio Kiss Kiss:

«Circa le possibilità di riprendere nonostante il rinvio delle Olimpiadi va detto che quest’ultime sono una questione più generale che riguardano moltissimi paesi, che riguardano le previsioni su quanto potrà incidere questa pandemia a livello planetario sui singoli paesi. Penso sia una misura precauzionale quella del rinvio delle Olimpiadi. Per quanto riguarda i singoli campionati di calcio, le decisioni debbono essere prese a secondo le circostanze che si realizzano all’interno dei singoli paesi. Se ci fosse il segnale che il Coronavirus è in ritirata e ci fossero le condizioni per completare questo campionato. Mi auguro che l’ipotesi di chiudere la stagione sia reale, realistica e concretizzabile perchè l’alternativa a chiudere la stagione sarebbe un’ alternativa rischiosa per tutto quanto il settore perchè ci sarebbero delle conseguenze economiche gravi che dovrebbero essere affrontate mettendo in sofferenza non solo le società, ma gli stessi giocatori oltre a dare un segnale di un’emergenza destinata a durare non si sa per quanto a tutto il Paese che invece a mio parere ha anche bisogno di avere una speranza di  tranquillità, serenità, di ritorno ad una normalità che però sappiamo benissimo sarà difficile recuperare una volta finita questa esperienza tragica. La risposta a Cellino era una battuta che non voleva essere necessariamente polemica, certo è stata una battuta rapportata alla polemica innescata dal Presidente Cellino. La Lazio non ha bisogno di avere assegnato una conclusione positiva di questo campionato perchè ci può provare a conquistarlo sul campo. Quello che a me preme sottolineare è che se la Lazio vorrebbe completare la stagione non può essere accusata di egoismo perchè vuole completare la stagione poichè si trova in una condizione di classifica positiva, l’interesse della Lazio equivale a chi invece questa stagione non la vuole completare perchè preferisce evitare di trovarsi in una situazione di classifica negativa. C’è pure l’interesse di società di serie B che ambiscono in alto, ad esempio il Benevento che ha  una situazione di classifica che la mette a riparo da qualsiasi rischio di perdere questo obiettivo. Gli interessi sono contrapposti. Diciamo che si tratta di interessi legittimi, ma su tutto credo debba prevalere la necessità di portare a termine questo campionato per evitare tracolli economici che potrebbero ripercuotersi su tutto». 

Diaconale conclude il suo intervento con un pensiero su Ciro Immobile, diventato una bandiera nel mondo biancoceleste:

«Riguardo ad Immobile dico che non bisogna parlare con me, ma andare dal Presidente e passare da Igli Tare. Io posso dare una risposta da tifoso: Ciro Immobile è  diventato un simbolo di questa Lazio, se fosse per me lo terrei sempre. È amato dai tifosi, lii si trova bene in questa condizione di essere un po’ il simbolo, il rappresentante più significativo di questa squadra. Mi auguro che possa rimanere ancora per tanto tempo che continui ad essere un simbolo. La Lazio ha avuto tanti simboli nel suo passato da Piola a Chinaglia e così via. Immobile sta rinverdendo questa tradizione e lo fa nel migliore dei modi. Mi rendo conto che proprio perchè è un grande giocatore suscita l’interesse, l’attenzione di grandi società. È normale che sia così, ma è anche normale che chi ha delle ricchezza di questo genere tenda a tenersele belle strette». 

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