Nazionali
Gattuso e l’Italia: l’editoriale che svela due nodi seri del nostro calcio, tra verità e provocazione. Il focus
Gattuso e la Nazionale italiana: l’approfondimento che svela due nodi del nostro calcio, tra verità e provocazione. Il punto
Quando una nazionale viene travolta come accaduto a Milano contro la Norvegia, scatta inevitabile la tentazione di interrogarsi sui grandi problemi del nostro calcio. La crisi non nasce certo ieri: dopo il trionfo del 2006, l’Italia ha mancato due Mondiali e rischia un terzo, mentre nelle edizioni disputate è uscita già ai gironi contro avversari di livello medio.
Le cause sono molteplici: dalla gestione politica della Federazione a una mentalità conservatrice, fino a un modernismo mal digerito. A ciò si aggiunge la difficoltà nel valorizzare i talenti, una Serie A povera di gol e di entusiasmo, segnata da polemiche infinite e da un uso esasperato del Var. Tutto vero, ma resta il paradosso: davvero oggi l’Italia può perdere 7-1 con una Norvegia assente dai Mondiali dal 1998 e ora in piena “golden age”?
Il problema è anche psicologico: sentirsi grandi ridimensionati, campioni d’Europa ma esclusi dal palcoscenico mondiale. Da qui nascono presunzione tecnica — giocatori che tentano ciò che non sanno fare — e depressione tattica, incapaci di tradurre in campo i concetti appresi. Una fragilità che appare persino più grave delle carenze strutturali.
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