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Cragnotti: «Io e Tanzi abbiamo contrastato lo strapotere del Nord»

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L’ex presidente della Lazio Cragnotti ha voluto ricordare e omaggiare Tanzi, scomparso nella giornata di ieri

L’ex presidente della Lazio Cragnotti ha voluto ricordare e omaggiare Tanzi, scomparso nella giornata di ieri. Queste le sue parole, rilasciate ai microfoni de Il Messaggero:

OMAGGIO – «Cos’era Tanzi per me? Un grande imprenditore, con un’ottima conduzione sia per la sua città che per tutta l’Italia. Ha fatto grandi cose per il Paese. Noi abbiamo avuto un ottimo rapporto, soprattutto negli affari legati al calcio».

RICORDI – «Avevamo una visione globale e un progetto industriale. Abbiamo investito tanto, ma venduto altrettanto. Compravamo grandi campioni, ma ne cedevamo altri per costruire le finanze delle nostre società. Noi inventammo le plusvalenze, reali, non numeri fantasiosi, e apportavano vantaggi economici. E negli anni poi ci hanno seguito tutti».

COS’È CAMBIATO – «n quel momento particolare, il boom economico aveva permesso a tanti presidenti di costruire squadre importanti. C’erano le sette sorelle che lottavano per lo scudetto. Il venir meno dell’espansione industriale ed economico-finanziaria ha portato a cambiamenti».

OBIETTIVO – «Franco Sensi fece un grande progetto industriale interrotto poi, forse, dalla malattia. Io e lui avevamo idee comuni, volevamo far diventare Roma la capitale del calcio italiano e ci riuscimmo per anni. Andavamo in Champions, facevano man bassa di trofei. Si può fare una battaglia per una partita, non nel proprio settore».

CAPRO ESPIATORIO – «Se essere presidente di una squadra di calcio agevola? Assolutamente no, anzi siamo diventati il capro espiatorio di tutto ciò che accadeva al di fuori. Le nostre questioni imprenditoriali hanno fatto venir meno il sostegno alle attività calcistiche. Il bilancio della Lazio era stato vagliato dalla Consob».

LAZIO – «Geronzi? Non credo sia stato lui a declinare il sostenimento alla nostra idea calcistica, la Banca intera non ha sostenuto il progetto industriale. Noi avevamo venduto Eurolat a Tanzi, ci eravamo espansi con Del Monte. Lo staff dirigenziale non ha creduto nel nostro valore».

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