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Gregucci: «La Lazio gioca col pilota automatico, su Sarri e i singoli…»

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Angelo Gregucci, doppio ex di Lazio e Fiorentina, ha analizzato la vittoria dei biancocelesti di Sarri al Franchi

Intervenuto a Lazio Style Radio, Angelo Gregucci ha parlato così di Fiorentina-Lazio e dei progressi della squadra di Sarri:

LAZIO-FIORENTINA – «La Lazio riconosce le gare di campionato benissimo. In Europa League fa ancora un po’ di fatica, ma penso sia solo un aspetto mentale, perché non reputo che lo Sturm Graz vale più di molte squadre di Serie A. In Italia la squadra gioca con il pilota automatico, anche se ieri i primi minuti sono stati difficili, dal momento che sono state concesse delle opportunità alla Fiorentina, per il resto è stato dominio. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, ma la Lazio l’ha letta bene, soprattutto perché i viola erano dentro il match, loro hanno un problema con i gol, non segnano neanche con le mani. La lettura della Lazio è stata fantastica, la Fiorentina pressava forte anche con i centrocampisti, la squadra di Sarri ha saputo eludere il pressing e aprirsi gli spazi per fare male. La Lazio ha saputo capire dove era superiore alla Fiorentina e lì ha vinto la partita. Tecnicamente hanno sbagliato meno rispetto a giovedì, facendo anche giocate importanti. Anche atleticamente la squadra sta bene e psicologicamente era lucida nel capire quello che succedeva, dando risposte in campo. C’è una crescita della squadra dal punto di vista ‘sarriano’. Inoltre nei minuti finali la Lazio si può permettere di far entrare Luis Alberto e Pedro. Una rarità nel campionato italiano».

GIUDIZIO SUI SINGOLI – «Uno dei migliori giocatori nell’imbucare il pallone è Luis Alberto. Il più pesante centrocampista che può andare in area a devastare la difesa avversaria è Milinkovic-Savic, un giocatore che dove gli altri arrivano di testa, lui arriva di petto. Ieri mi chiedevo cosa facciano gli osservatori dei più grandi club stranieri, mi sembrano disattenti. Se devi attaccare una profondità chi è meglio di Ciro Immobile? Nessuno! Un attaccante che ieri è entrato tra i migliori 10 cannonieri nella storia della Serie A. Nell’uno contro uno la Lazio ha Pedrito, Felipetto, Zaccagni: ha tante possibilità in campo. Ha qualità che deve riconoscere. Felipe Anderson non sa neanche lui quanto è forte. Per Pedro parla la sua carriera, ha solo la carta d’identità che va avanti come problema, ma in quei 30′ è devastante. Zaccagni è in crescita, ieri ha fatto un gol molto intelligente per come ha attaccato lo spazio e nell’accarezzare quel pallone di testa. Cancellieri ha qualità, ma deve essere più intraprendente, l’allenatore gli sta dando fiducia, lui deve essere più devastante in partite come ieri. Vecino? Non ha fatto il regista, è stato un giocatore utile a schermare e far ripartire la squadra. E’ cresciuto molto rispetto all’Inter, anche se ha giocato poco. Più scende in campo, più gioca bene. A Marcos Antonio mancano i minuti, si vede che ha voglia, è nella squadra e che tecnicamente è molto bravo. Non eccelle per fisicità, ma poi questo è un fattore che dipende dal calcio che vuoi fare, secondo me Sarri uno come lui lo sa utilizzare. Guardate Allan a Napoli. Secondo me gli serve un po’ di minutaggio».

DIFESA – «La difesa aveva bisogno di tempo, dopo anni di Inzaghi. Aveva bisogno di quel tempo fisiologico per far proprio l’automatismo richiesto di Maurizio Sarri. Questa è la sua squadra, punto. Il mister ha anche inciso nelle scelte per avere una rosa più caratterizzata, i 15 mesi di lavoro sono serviti per incorporare l’idea di calcio e ora si vede. Adesso bisognerà lavorare sui particolari, che nel calcio spesso fanno la differenza, ma il modo di difendere di Sarri è questo. Ieri, però, la rete inviolata è stata occasionale: la Lazio qualcosa ha concesso».

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