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Amarildo: «I miei figli mi chiamano ‘AmaLazio’. Difficile descrivere l’affetto che provo nei confronti dei tifosi laziali»

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Amarildo: «I miei figli mi chiamano ‘AmaLazio’. Difficile descrivere l’affetto che provo nei confronti dei tifosi laziali». Le parole dell’ ex giocatore

Ieri sera ha rivissuto l’emozione di tornare all’Olimpico prima della partita contro l’Inter, di rivedere quei tifosi che ai tempi in cui vestiva a maglia della Lazio lo hanno sempre acclamato. Lo stesso Amarildo ha descritto l’emozione vissuta intervenendo in ai microfoni di Radiosei.

PAROLE– «Mia figlia ieri si è commossa quando prima della partita hanno cantato il coro dedicato a me, Pedro Troglio e Ruben Sosa. Lo conosceva, ma non aveva idea di cosa significasse sentirlo cantare da uno stadio intero. A casa mia tutti i miei figli mi chiamano ‘AmaLazio’. Il popolo italiano è diverso dal brasiliano. Quando un giocatore va male, non rispetta la società, allora non resta nella storia, però questo è un popolo molto passionale, in Brasile non è lo stesso. La Nazionale ha vinto 5 Coppe del Mondo ma per merito di grandi giocatori come Pelé, a livello calcistico qui in Italia si respira molto più calore, c’è un rapporto diverso tra giocatore e tifosi. Ai miei tempi ogni squadra aveva sei o sette giocatori importanti, di ogni nazionalità. Oggi il calcio mondiale è diventato più meccanico, non c’è quella grinta o cattiveria di una volta. Il calcio è cambiato molto ».

LAZIO-INTER– «Ieri era una partita difficile contro la capolista del campionato. Si vedeva che l’Inter aveva come obiettivo di recuperare il pallone e andare in porta, approfittando anche degli errori di alcuni difensori. La Lazio comunque stava giocando bene, era in controllo della partita. Credo che poteva dare un po’ di più, ha i giocatori per farlo ».

I TALENTI DELLA SELECAO – «A me piace molto allenare i ragazzi, ho allenato il Porto Vitoria con cui ho vinto il campionato, oggi sono a San Paolo e osservo i giocatori per le squadre che me lo chiedono. Faccio l’osservatore, mi piace vederli, osservo la mentalità di questi giovani per capire se sono in grado un giorno di trasferirsi in Europa. Ci sono talenti bravi, penso a squadre come il Santos, il Botafogo e ancora di più nel Palmeiras che ha tirato fuori Endrick, diciassettenne che è stato già venduto al Real Madrid. La qualità non manca, ma per portarli in Italia bisogna vedere come stanno psicologicamente, se a livello di testa sono pronti per quel salto. In Brasile c’è ancora fame di calcio, ma i social la stanno pian piano togliendo. Prima non era così, oggi appena si segna un gol viene pubblicato. Questo è un problema che si allarga a tutto il mondo ».

AMORE VERSO LA LAZIO– «Sono due le squadre a cui sono legato il Celta Vigo e la Lazio. Non riesco a trovare una parola che descriva l’affetto che provo nei confronti dei tifosi laziali e della società. Ieri è stata una notte bellissima, emozionante e che mi ha fatto pensare che ho tanti amici che non conosco, tutti i tifosi sono per me miei amici, anche grazie ai social. Dedico un messaggio ai tifosi, alla Curva Nord e tutti quelli che ieri hanno gridato il mio nome: vi mando un bacio, anche quando sono in Brasile il mio cuore è con la Lazio, sono laziale e grazie a tutti! ».

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