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Protti: «Grandi meriti a Inzaghi per l’exploit della Lazio. Derby? Il goal alla fine emozione unica, Cragnotti mi abbracciò»

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Igor Protti, autore di uno dei gol ricordati con maggiore piacere dai tifosi della Lazio nel derby del 4 maggio 1997, pareggiato all’ultimo secondo, è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali On Air” per parlare della marcia di avvicinamento della squadra di Inzaghi verso la stracittadina di domenica alle 15.

Era da tanto che la Lazio non poteva contare su un bomber italiano come Ciro Immobile: “A me piace tantissimo come calciatore, ma anche come ragazzo, per il suo comportamento ed i suoi modi di fare molto semplici. Non si è montato la testa ed è riuscito benissimo a reggere le pressioni che ci sono a Roma. Sta dimostrando di possedere una grande personalità, si tratta di un acquisto particolarmente azzeccato anche per come si sta integrando con i compagni di squadra, in particolare con gli esterni d’attacco. I gol con la Lazio e la Nazionale dimostrano la qualità assoluta del giocatore, ma d’altronde Immobile aveva già vinto la classifica dei cannonieri col Torino”.

Dove va colpita una squadra come la Roma? “Con velocità e rapidi capovolgimenti di fronti. La Roma in questa stagione è partita con ambizioni diverse rispetto a quelle della Lazio, che invece ha iniziato più a fari spenti. Ora però c’è un solo punto di distanza tra le due squadre e la Lazio dovrà confermare il valore fatto vedere in questa prima parte della stagione, in quella che è sempre la partita dell’anno”.

Su Simone Inzaghi: “Una società che ha un allenatore in Primavera da qualche anno e decide di affidargli le chiavi della prima squadra, non compie un salto nel buio o un azzardo. Conoscendo bene il tecnico, avendolo avuto all’interno del club, sa bene a quale profilo si sta affidando. La sua grande intesa con i giovani ed il fatto di essere entrato in empatia con questi ragazzi è stato per il momento decisivo. Alla Lazio lottano tutti per la stessa idea e gli effetti si vedono sul campo. In questo i meriti di Inzaghi sono davvero grandi”.

Stefan De Vrij potrebbe tornare titolare dopo una lunga assenza. In una partita come il derby sarebbe meglio puntare su chi ha fatto bene nelle scorse partite, come i giovani, o su giocatori navigati e di esperienza? “Parto dal presupposto che Inzaghi finora ha saputo scegliere molto bene ed ha la possibilità di avere sott’occhio tutti i giocatori e di fare le scelte migliori. Da un punto di vista esterno forse non azzarderei De Vrij titolare dopo un periodo di inattività abbastanza lungo, ma punterei su giocatori rodati nelle ultime partite, visto che il derby è una partita sempre molto dispendiosa anche dal punto di vista atletico”.

Un centrocampo composto da Parolo, Biglia e Milinkovic Savic se la può giocare anche con le grandi di questo campionato? “Sì, la Lazio in mezzo al campo è una squadra fortissima, può contare su giocatori che vantano una qualità tecnica straordinaria, ma anche caratteristiche diverse che ben si integrano tra loro. E’ un centrocampo sicuramente importante, concordo che se la possa giocare contro qualsiasi avversario”.

Nella testa di un calciatore come si prepara una partita importante come il derby? E cosa hai provato quando hai realizzato quel gol all’ultimo minuto nel derby del 1997? “E’ impossibile riuscire a spiegare tutte le emozioni che si provano. Auguro a tutti di provare quello che ho sentito io dopo quel gol che ci ha consentito di pareggiare una partita che sembrava ormai persa. Il derby va preparato isolandosi un po’ da tutto quello che accade intorno, perché il peso della responsabilità si fa sentire. All’epoca venivamo allenati da un grande uomo come Dino Zoff. Iniziai la partita in panchina dopo aver segnato tre gol la domenica precedente alla Reggiana, non fui felicissimo, ma entrai nel quarto d’ora finale e mi tolsi la più bella soddisfazione della mia avventura a Roma. Ricordo l’abbraccio di Cragnotti a fine partita sotto la doccia, come se fossimo per strada, lui in giacca e cravatta preoccupato solo di ringraziarmi per il gol”.

Nella Lazio non mancano i giovani di grande talento: “Dal punto di vista qualitativo ragazzi come Cataldi, Lombardi e Murgia hanno tutto per intraprendere una carriera luminosa. Ricordo che quando ero alla Lazio c’era un ragazzo come Nesta che a 20 anni per maturità ne dimostrava già 35. Avere questo tipo di saggezza ed equilibrio in gioventù è il segreto per vivere una carriera ai massimi livelli”.

Hai giocato anche a Napoli. I partenopei non sono più quelli dell’anno scorso? Ci sono squadre che stanno sovvertendo i pronostici ed altre che stanno deludendo in questo campionato: “Il Napoli ha dovuto fare a meno di un giocatore che l’anno scorso ha fatto più di trenta gol come Higuain. Perdendo un punto di riferimento del genere non è facile ritrovare la quadratura del cerchio. La pressione su altri giocatori come Milik, a sua volta infortunato, hanno causato ulteriori difficoltà. Le sorprese non stanno mancando, anche la Juventus sembrava essersi molto rinforzata e invece ha le sue difficoltà, l’Atalanta sta lasciando tutti a bocca aperta e l’altra rivelazione è la Lazio, nessuno avrebbe pensato di trovare le due squadre separate da un solo punto in classifica, considerando che a inizio stagione la Roma era partita sbandierando ben altri obiettivi”.

Ma l’obiettivo concreto della Lazio in questa stagione quale può essere? “La Lazio può continuare a fare molto bene fino a quando riuscirà a mantenere la giusta serenità e anche la giusta spensieratezza. La Lazio ha tanti giocatori giovani e deve mantenere equilibrio, anche se solo puntando sempre al massimo si possono ottenere obiettivi di qualità, senza porsi limiti”.

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