2014

Lotito si racconta: “Chiedo a me stesso di mantenere intatta la mia identità. La mia famiglia mi dà la forza di andare avanti… ‘Libera la Lazio’? La gente deve capire che la mia presenza è un fattore positivo”

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Un ospite d’eccezione nella trasmissione “Sottovoce” in onda su Rai Uno e condotta da Gigi Marzullo. Ospite della serata il presidente Lotito, che ha parlato di Lazio, politica, Figc e della sua famiglia.

Lei è un uomo che non unisce ma divide…
“Quando uno entra in un sistema consolidato va intaccare delle posizioni consolidate che non coincidono con chi vuole rimodernare questo sistema per un interesse collettivo e non per un interesse dei pochi. E’ un problema tipicamente italiano, non si vuole mai costruire qualcosa per l’interesse dei tutti. Io ho un carattere molto forte e anche sensibilità. Nel momento che presi la Lazio aveva 550 milioni di debiti, molti la ritenevano una sfida impossibile ma poi i fatti mi hanno dato ragione. Prima c’erano la mentalità di vincere a qualsiasi prezzo. Oggi invece oltre che al risultato sportivo ci deve essere anche una buona condizione economica e questo lo ha stabilito anche la Uefa con il fair-play finanziario. Bisogna raggiungere gli obiettivi prefissati, ma si deve preservare anche il patrimonio economico. Delle volte queste cose non vengono capite da alcune persone, perchè si pensa solo all’aspetto sportivo e non solo quello economico”.

Perdona chi non la ama?
“Io non devo perdonare nessuno, non ho questo diritto. La Lazio è una delle poche società che esce in utile, ha raggiunto determinati risultati sportivi: ha vinto 3 trofei ed è fortissima nei settori giovanili. Prima avevamo nove giocatori, adesso abbiamo un patrimoni. Siamo l’unica società ad avere una tv, radio e rivista. Io il vero presidente della Federazione? Sono le solite dicerie per destabilizzare. Io e il presidente (Tavecchio, ndr) stiamo seguendo un percorso e cercheremo di arrivare la fine. Vogliamo rimodernare questo sistema e riscoprire i valori autentici dello sport. E questi atteggiamenti si vedono nella Nazionali anche grazie a un allenatore come Conte”.

Unire lega di A e lega di B cosa possibile?
“E’ un’invenzione giornalistica. Io non ho mai pensato una cosa del genere. Ritengo invece che nel tempo si possano creare delle condizioni solo per avere due leghe. Pensare di riunire la lega di A e B è una vera pazzia. Come al solito leggo queste cose solo sui soliti 2-3 giornali. Non voglio avere un controllo su niente in lega siamo 20 presidente e 17 hanno deciso di seguire la stessa linea. La stessa cosa succede nella lega di B e in lega Pro. Ma questa cosa non viene accettata da tutte le persone. Vogliamo un sistema democratico basato sul valore dei voti.

Lei frequenta molto i media…
“Io non ho chiesto mai nulla a nessuno. Non spendo soldi per fare pubblicità. Molto presente? Forse qualcuno mi riconosce una buona capacità mediatica nel bene o nel male. Infatti in positivo o in negativo si parla spesso di me. Bisogna uscire da una posizione faresaica”.

Vuole scendere in politica?
“Ogni cittadino deve dare il proprio contributo. Anche io sono un cittadino e voglio dare il mio contributo. Se mi viene chiesto un aiuto io sono pronto. Delle volte si confonde l’interesse collettivo con l’interesse corporativo”.

Lei nasce a Roma: che tipo di famiglia aveva?
“Io ho avuto una grande ricchezza dalla mia famiglia. Mio padre mi diceva che avrei avuto una grande cultura. Mio padre lavorava nelle istituzioni e mia madre insegnava. Lei era molto religiosa e mi invitava ad andare a messa ma non come un obbligo ma come un valore sentito. Si confessa? Certo mi confesso, faccio la comunione. Ritengo che il rapporto con Dio sia fondamentale. Io penso che nella vita chi fa l’imprenditore e non il prenditore deve mettere le proprie capacità a disposizione di tutti. Comprare qualche giocatore in più? Noi abbiamo costruito una squadra con intelligenza e non solo con qualità tecniche ma anche morali. Faccio celebrare la messa rispettando le varie religioni dei nostri giocatori. A noi interessa anche l’uomo, e non a caso abbiamo Klose. Figlio unico? Ho una sorella”.

Come padre?
“Sono colpevole perchè sono assente nella mia vita familiare. Purtroppo non ho visto crescere mio figlio che ha già 17 anni. Bravissima mia moglie che ha spiegato la figura del padre nonostante la mia assenza. La famiglia mi dà la forza di andare avanti”.

Nel girone di ritorno preferirebbe perdere con il Milan di Berlusconi o con la Fiorentina di Della Valle?
“Io preferisco non perdere. Nella partita d’andata con il Milan abbiamo perso immeritatamente, mentre con la Fiorentina abbiamo vinto. Quindi sia nel bene che nel male dobbiamo far tesoro dell’esperienza sul campo”.

Romantico?
“Sono più razionalista. Se ho pianto per una donna? Io purtroppo sono stato educato alla razionalità, e ho una capacità di controllo. Anche in situazioni di difficoltà ho sopportato cose che altri non ci riescono. Se ho mai fatto soffrire una donna? Mi coglie impreparato. Nella gioventù forse, io sono entrato nel sistema lavorativo molto presto e gli impegni mi hanno distolto dalla vita personale. Il primo bacio? A 12-13 anni”.

L’invenzione dell’aquila?
“Ho cercato di creare una forma di collegamento tra tifo e società. Un linguaggio empatico legato ai simboli di questo club. La Lazio è la prima squadra della Capitale, non ce lo dimentichiamo. L’aquila è il nostro simbolo, simbolo di fierezza e libertà ed era il simbolo romano. Io sono diventato tifoso della Lazio da quando avevo sei anni. Mio figlio è un grande appassionato di calcio e tifa Lazio. Solo un figlio? Scelta di mia moglie”.

I rapporti con la Roma?
“Dal punto di vista formale buoni, mentre dal punto di vista politico non andiamo tanto bene. Loro sono legati ad un posizionamento diverso all’interno della lega e infatti hanno votato contro Tavecchio. Mi auguro che un giorno capiranno l’importanza di fare sistema”.

Una vita positiva con qualche momento di difficoltà…
“Ho sempre fatto tesoro delle esperienze, anche di quelle negative. Uno deve acquisire quella forza per avere un comportamento corretto”.

Un sogno ricorrente?
“Non sono un sognatore. Cerco di essere una persona pratica. Il mio sogno è di svegliarmi un giorno in un paese dove tutto funziona, dove tutti sorridono e tutti vengono rispettati”.

Lei dorme tre ore a notte…
“Vado a letto alle 3 e mezza”.

Si faccia una domanda e si dia una risposta…
“Chiedo a me stesso di mantenere intatta la mia identità e la mia forza interiore per poterla utilizzare a contatto con la collettività”.

“Libera la Lazio”…
“Portare quel cartello ci fa capire che dietro a questo c’è una regia, anche perchè erano tutti uguali. Spero che la gente capisca che questa mia presenza non sia un fattore negativo ma positivo”.


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