2015

Felipe Anderson, da Pulici a Giordano i complimenti di tanti ex

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Dopo la sua esplosione nell’ultimo mese e l’eccellente prova contro la Sampdoria, Felipe Anderson ha guadagnato i complimenti da parte di tanti ex biancocelesti. Come scrive Il Corriere dello sport, Mihajlovic, scherzando ma non troppo, ha paragonato l’ex numero 10 del Santos a Cristiano Ronaldo. Imprendibile. Ecco com’è il brasiliano, esaltato dai grandi ex della Lazio, pronti ad applaudirlo. Un giocatore unico, senza paragoni. Diverso da Hernanes, di cui era destinato a prendere il posto. Il tempo sta dando ragione alle scelte del club biancoceleste, che lo aveva inseguito a lungo e difeso ferocemente. Si vede il progetto, eccome se si comincia a vedere il progetto della Lazio. “Non faccio paragoni. Felipe Anderson è unico come forza fisica e capacità di essere rapido, non è egoista, ma riesce a vedere il compagno e si libera per attaccare lo spazio. Gioca anche per la squadra” – racconta Felice Pulici –Penso potrebbe muoversi da prima punta perché con la sua velocità di movimento crea degli spazi. Chi lo marca lo deve seguire. Lo metti a destra, a sinistra, al centro, lui va sempre via. Non dipende dalla posizione. E’ il più forte di tutti. La Lazio lo deve sfruttare molto senza dimenticare gli altri. A uno come Felipe non bisogna dare compiti, è micidiale in campo aperto. Ha l’abilità e la rapidità che gli permettono l’uno-due con il compagno. Questo è più forte di Neymar. E’ un fuoriclasse, si avvia a diventare uno dei giocatori più forti del mondo se riuscirà a mantenere questa continuità di rendimento. Ha due gambe bestiali. Si vede per come ha tirato di potenza in occasione del gol. Essere agili e forti sono cose diverse. Lui possiede tutte e due le doti. Quando ha spazio, diventa irresistibile”. Vincenzo D’Amico era a Palma de Maiorca e non ha potuto vedere Felipe Anderson in azione con la Samp, ma lo aveva applaudito a San Siro prima di Natale, quando aveva realizzato una doppietta contro l’Inter: “Spero che sia sulla strada giusta. Ognuno ha la sua impronta. Sono contento per la Lazio, stavo aspettando che il brasiliano dimostrasse quello che valeva e che era stato pagato dalla società. Si avvia a diventare un giocatore importante. E’ completo. E’ forte fisicamente, ha corsa e tecnica, ora ha trovato quella personalità e la fiducia che gli erano mancate nella stagione passata”. Così Andrea Agostinelli: Un fenomeno. E’ devastante. Mi colpisce la sua velocità coordinata con la tecnica. E’ una cosa pazzesca. Fa degli scatti clamorosi e la palla gli resta incollata al piede. La qualità in velocità è da top player europeo. Le doti sono quelle. Si può parlare di fuoriclasse? Forse sì, con l’unica remora legata al tempo. E’ passato solo un mese. Ci andrei piano. Serve continuità di rendimento per affermarsi. Così forte e decisivo a novembre non ce lo saremmo aspettato anche se le doti si vedevano. Lunedì sera mi sembrava di vedere uno dei migliori esterni d’Europa. Penso a Sterling, a Walcott, a Valencia. Quei giocatori che ti spaccano le partite con strappi e accelerazioni. Se li mangiava tutti. Sembrava giocasse a calcetto. Mi ha impressionato. Al terzo posto ancora non ci credo, ma questo Felipe Anderson può davvero trascinare la Lazio. Quello che ha fatto con la Samp è stato sensazionale. Mi sembrava un top player, speriamo lo diventi davvero“. Bruno Giordano ha esaltato il lavoro di Pioli, abile a farlo esplodere. “Sta facendo bene, anzi nell’ultimo mese ha fatto grandi cose. E’ un giocatore con caratteristiche speciali, può creare difficoltà alle difese di oggi. Ha velocità e tecnica, segna i gol e realizza passaggi decisivi, tutto ciò gli dà ancora più sicurezza, può continuare su questa strada. Non mi aspettavo questa esplosione, è stato bravo Pioli, ha gestito i momenti, si è capito subito che credeva nel giocatore e piano piano lo ha inserito. Felipe Anderson si è fatto trovare pronto, i meriti vanno riconosciuti anche allo staff tecnico. Il brasiliano sta dimostrando di meritare il posto da titolare, può risolvere le difficoltà con le sue giocate. A chi lo paragonerei? Ci sono tanti giocatori molto bravi nell’uno contro uno, soprattutto in Brasile. Forse, considerando le caratteristiche di ognuno, Felipe si avvicina un po’ all’ultimo Lavezzi anche se l’argentino era un po’ più continuo ed aveva qualche anno in più. Una cosa è sicura, Felipe Anderson può spaccare la partita da un momento all’altro“. Il brasiliano è stato promosso anche da Renzo Garlaschelli, l’ala campione d’Italia della Lazio del ‘74. “Felipe ha vinto da solo la partita contro la Sampdoria, l’ha fatto giocando alla grande. Ha messo benzina nel motore e speriamo che duri, in realtà è da un mese che sta impressionando. A chi assomiglia? I paragoni non mi piacciono molto, di certo è un giocatore con qualità assolute. Sino a pochi mesi fa il bicchiere era sempre mezzo vuoto, adesso ha cambiato marcia ed atteggiamento. E’ più sicuro, sente fiducia, si sente libero di inventare le sue giocate. E’ capace di numeri straordinari, ha velocità e tecnica, è veramente bravo. E’ un piacere vederlo giocare, questo è il calcio. La Lazio mi è piaciuta tantissimo, ha giocato bene, ha meritato il successo e merita il terzo posto. Felipe Anderson può essere decisivo nella corsa alla Champions, era partito in sordina anche quest’anno, era in panchina, poi si è imposto. Le sue qualità si erano viste l’anno scorso, forse era troppo acerbo, per un giovane non è mai facile inserirsi. In Italia, come lui, ci sono pochi giocatori, veramente pochi“. Un altro ex come Massimo Piscedda ha sfoderato il paragone doc. Felipe Anderson gli ricorda Laudrup, suo compagno di squadra in biancoceleste. “L’ho sempre difeso, è un calciatore che ha tecnica in velocità. Pioli gli ha dato la possibilità di esprimersi e gli ha concesso tempo, ci ha creduto e questa scelta lo sta ripagando. Felipe Anderson è un grandissimo talento, diventerà grande se continuerà così. Tante volte potrebbe essere meno individualista, potrebbe mettersi di più al servizio della squadra. E’ un predestinato, si sta allenando molto bene, si vede dalla sua forma fisica. La condizione, abbinata alla velocità, gli permette di eseguire strappi fantastici. Ha qualità, gioca di prima, se è pressato cerca l’uno-due altrimenti punta l’uomo, ha tantissime doti. Quando parte mi ricorda Laudrup, ma lui era diverso, teneva la palla al piede, aveva questa facilità nel saltare l’uomo. Felipe Anderson va in progressione, Laudrup scattava in velocità con la palla attaccata al piede, è questo tipo di giocatore“. E’ rimasto strabiliato Delio Rossi, che conosce bene i giocatori della Samp e ovviamente Lotito. “Nel calcio serve pazienza con i più giovani, ma Felipe Anderson era stato pagato una cifra importante. Conosco la parsimonia della Lazio, significava che aveva qualità e ci credevano ciecamente. Viene dall’altra parte del mondo, doveva capire tante cose, dall’alimentazione al calcio. Con i ragazzi ci vuole pazienza. E’ successo anche con Dybala, che il Palermo aveva preso nella serie B argentina e ora sta dimostrando il suo valore. Di Felipe mi colpisce la facilità di corsa con la palla. Ho allenato i giocatori della Samp, era molto più veloce lui con la palla di chi lo inseguiva. Nel calcio moderno fa la differenza chi crea la superiorità numerica. Il brasiliano ha un’accelerazione da fermo impressionante. Alla Bale. Gli somiglia, almeno sotto questo punto di vista. All’accelerazione aggiunge la falcata e la progressione tipica dei giocatori importanti. Zarate ti saltava sul breve, ti dribblava, ma poi non aveva la stessa facilità di falcata. Conosco Obiang, non è un giocatore lento. Reggere il confronto con Obiang, anzi seminarlo con la palla al piede, significa essere un giocatore veramente forte e veloce. L’altro aspetto che mi colpisce di Felipe Anderson sono i margini di miglioramento. Ancora si estranea molto dal gioco nell’arco della partita. Ha bisogno di pause, può essere quel tipo di giocatore, ma non è ancora un prodotto finito. Continuerà a crescere e migliorare“.

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