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Isaksen Lazio, serve un cambio di passo per i biancocelesti: la danese ha bisogno di una svolta in poco tempo

Isaksen Lazio: il talento intermittente che divide i tifosi biancocelesti. Il danese continua ad avere delle difficoltà con il club capitolino.
Una partita da protagonista e quella dopo da spettatore di se stesso: così si può riassumere il percorso di Gustav Isaksen alla Lazio, un talento capace di alternare lampi di classe a momenti di inspiegabile assenza. Il suo rendimento incostante è ormai diventato un marchio di fabbrica: continua discontinuità, come se la scintilla del talento si accendesse e spegnesse a suo piacimento.
Quando è in giornata, Isaksen con la Lazio è devastante. Lo abbiamo visto contro la Juventus, dove le sue accelerazioni e conclusioni hanno messo in crisi una delle difese più solide del campionato. Ma bastano pochi giorni perché il copione cambi: a Pisa è apparso opaco, privo di quella cattiveria agonistica che dovrebbe essere il suo tratto distintivo. Poi di nuovo chirurgico contro il Cagliari, salvo crollare a San Siro, dove una palla persa ingenuamente su pressing di Bastoni ha regalato il vantaggio immediato a Lautaro. Un errore pesante, che ha riportato a galla i dubbi mai del tutto sopiti sulla sua maturità calcistica.
Il danese vive di fiammate. È difficile prevedere che tipo di serata vivrà: può essere devastante o evanescente, spesso senza una logica apparente. A complicare la stagione c’è stata anche la mononucleosi estiva, che ne ha frenato la preparazione e costretto il tecnico a un utilizzo graduale. Solo l’infortunio di Cancellieri gli ha riaperto le porte dell’undici titolare, offrendo a Isaksen alla Lazio una nuova chance di riscatto.
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Curiosamente, il suo vero rilancio è arrivato lontano da Roma, con la nazionale danese. Il ct Riemer gli ha dato fiducia e continuità: 11 presenze e 3 gol, numeri che raccontano una versione più matura e determinata del giocatore. È anche grazie a queste prestazioni che è stato convocato per le qualificazioni mondiali contro Bielorussia e Scozia.
Con la maglia biancoceleste, però, i numeri restano modesti: 93 presenze e appena 10 reti. Un bottino che non rispecchia il suo potenziale. Anche la scorsa stagione aveva mostrato lo stesso andamento: dopo un lungo periodo di anonimato, due perle contro il Napoli e un gol decisivo in Europa avevano illuso i tifosi. Poi, di nuovo, il buio per sette giornate consecutive.
Oggi, Isaksen alla Lazio rappresenta un enigma affascinante: un talento purissimo, ma ancora prigioniero della propria discontinuità. Se riuscirà a trovare equilibrio e costanza, potrà diventare uno dei protagonisti del futuro biancoceleste; altrimenti, resterà solo l’eterna promessa che illumina a intermittenza.
