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Lazio, Pioli e quel feeling speciale con l’Europa

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Quando un anno e mezzo fa Stefano Pioli venne scelto per guidare la Lazio, la società era alla ricerca di un tecnico che potesse portare avanti un progetto di squadra dalla mentalità offensiva. Si cercava, in sostanza, un allenatore capace di dare un taglio netto con il passato e trasformare la Lazio “all’italiana” di Reja, più portato a modellare il suo gioco in funzione delle caratteristiche degli avversari, in una nuova squadra alla costante ricerca di imporre la propria idea di calcio contro chiunque.

LA SCELTA DI PIOLI E LA NUOVA MENTALITÀ EUROPEA – Per questo vennero contattati Massimiliano Allegri, Roberto Donadoni (le famose “audizioni di facciata”, come le definì all’epoca Lotito) e, infine, Stefano Pioli. Con i primi due non si trovò un’intesa, non scattò il feeling. Con il tecnico di Parma, invece, fu amore a prima vista. A lui venne dato il compito di perseguire quel progetto di “mentalità europea” sognato dal ds Tare. Ecco perché forse non è un caso che in Europa la Lazio riesca a dare il meglio di sé. Lì le squadre se la giocano a viso aperto, di conseguenza ti permettono di mettere in campo le tue idee. E i risultati si sono visti nel girone di qualificazione di questa Europa League, chiuso con 4 vittorie e 2 pareggi, 13 gol fatti e 6 subiti. L’unica sconfitta lontano dall’Italia, Pioli l’ha incassata alla BayArena, nel playoff di Champions League di ritorno perso 3-0 contro il Bayer Leverkusen, nonostante la vittoria all’andata per 1-0 all’Olimpico.

LA TRADIZIONE POSITIVA NELLE COMPETIZIONI INTERNAZIONALI – Un successo ovviamente inutile a fini della qualificazione, ma utile per incrementare la tradizione positiva di Pioli in Europa. Già, perché nelle sue esperienze precedenti con Palermo e Parma, l’allenatore ha sempre mantenuto molto basso il numero di sconfitte in competizioni internazionali. Con il Palermo, ad esempio, nel 2011 uscì al terzo turno di qualificazione all’Europa League con 2 pareggi contro il Thun (che segnò più gol in trasferta), mentre con il Parma nel 2006, vinse 5 partite su 7, perdendo solo le ultime 2: una ininfluente nella fase a gironi contro l’Osasuna, l’altra decisiva (costò l’eliminazione) nel turno intermediario contro i portoghesi del Braga. Complessivamente, insomma, su 17 precedenti in carriera in Europa, Pioli ha vinto 10 volte, pareggiato 4 e perso 3, per una media di 2 punti a partita. Chissà che questi numeri non siano di buon auspicio in vista della prossima doppia sfida contro il Galatasaray.

fonte: Repubblica.it

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