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2013

Lazio: perchè…

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Porque, esclamò dopo un Real – Barca un Josè Mourinho frustrato dalla sconfitta. Oggi, dopo l’ennesima debacle, tutti i tifosi della Lazio si chiedono porque, anzi perchè. Perchè Lazio, perchè Mr. Petkovic, perchè società. Tante domande, poche, pochissime risposte. Perchè dopo un girone d’andata da media scudetto questa squadra si è persa totalmente, 8 punti in 10 partite, solo il Pescara ha fatto peggio. Ruolino di marcia da retrocessione, passare dalla lotta scudetto al quasi anonimato. 7 punti di distacco dal Milan che occupa il terzo posto, terzo posto che si allontana e sembra ormai solo un miraggio. Un miracolo, forse è l’unica speranza per riportare la Lazio a ridosso della piazza Champions, adesso è dura, durissima come giocare su un campo come quello di stasera. Nevica come Dio la manda, il campo diventa scivoloso ed è dura controllare bene la palla. Era giusto giocare? Forse si, forse no. Il calendario stretto dice di si, lo spettacolo dice no, si è scesi in campo giocando ai limiti della regolarità. Si scivola e tanto, Ciani prende tutto alla lettera. Ecco un altro perchè. Perchè Ciani? Perchè hai questi momenti di follia pura? Perchè non hai un autocontrollo dovuto visto che non è la prima volta che lasci la tua squadra in difficoltà. Dopo Siena un’altra giornata no. Due cartellini gialli in 30” è roba da campionato amatoriale, campionato nel quale non c’è un arbitro come Tagliavento e forse non ci sarebbe così tanta fiscalità ma si sa la serie A è tutta un’altra cosa e un direttore di gara di questo livello non lascia correre e come niente fosse ti sventola il cartellino rosso sotto il naso. Doccia anticipata, di nuovo in 10 dopo soli 17′, seconda trasferta consecutiva disputata in condizioni disperate. Si soffre così, un uomo in meno pesa di nuovo come un macigno nell’economia della partita. Che è successo a quella difesa granitica vista nel girone d’andata? Adesso è un vero colabrodo, se non fosse per Cana, imperioso anche stasera, al momento non ci sarebbe un elemento in condizioni psico fisiche ideali per poter scendere in campo. Dalla difesa all’attacco. Perchè non si segna mai? Perchè senza Klose non c’è un sostituto degno di nota che possa prendere per mano la squadra? Perchè Saha? A che è servito l’acquisto del forse ormai “ex” giocatore francese? Perchè Mr Petkovic non schierare due punte? Anche qui domande a non finire. Si è fatto affidamento sul solo Klose pur sapendo che il fuoriclasse tedesco ha una carta d’identità non più rosea e che arrivati a questo punto della carriera gli infortuni sono sempre dietro l’angolo. Klose c’è stato e la Lazio viaggiava a gonfie vele, senza il panzer in campionato la media gol è imbarazzante. Kozak ha di nuovo dimostrato di essere dottor Jekyll e mr Hayde ancora rendendo il compito delle difese avversarie molto facile e che il suo modo di giocare è prevedibile per un campionato come quello italiano. Non sarebbe meglio affiancargli un compagno di reparto? Forse era la partita giusta per dare una chance a Saha e spiegare così alla piazza che il suo arrivo è servito a qualcosa. L’impegno il francese lo mette e come soprattutto in allenamento fa vedere di avere ancora qualche freccia al suo arco ma anche in quel di Torino gli è stato riservato un piccolo scampolo di partita quando ormai la situazione era disperata. Non sarebbe stato meglio inserirlo prima al posto di Kozak o insieme al gigante cieco senza inserire Ederson? Ecco un altro punto dolente, i cambi. A che cosa sono serviti questi cambi? Ederson, giocatore sopraffino, difficilmente avrebbe potuto fare la differenza su un campo così impraticabile giocando da unica punta. Forse proprio Saha,sfruttando il contropiede, sarebbe stato più congeniale? Perchè Petko non riesci più a leggere le partite? Non si sa, l’allenatore si sta adeguando all’andamento della squadra, geniale in coppa deludente in campionato. La situazione adesso si fa dura, Milan e Fiorentina scappano e soprattutto dietro, vedi la Roma, che aggancia i biancocelesti. 10 punti dilapidati in maniera folle. 10 punti di vantaggio sui cugini gettati alle ortiche quando addirittura si parlava di anti-Juve. Ora la sosta, una vera e propria manna, a due giornate dal derby. Un derby dove si rischia di arrivare a pari merito ma prima c’è il Catania. Bisogna ripartire, adesso il karma è recuperare le energie necessarie per arrivare alla fine dell’anno, la strada è ancora lunga e anche se orami il tutto sembra compromesso bisogna lottare fino all’ultimo secondo. La maglietta deve tornare ad essere sudata, meglio provare ed avere rimpianti che rimpiangere di non aver fatto, diceva un vecchio saggio. Vai Petko, dillo alla squadra, basta dire perchè no, è arrivato il momento di dire perchè si.

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