La Lazio 365 giorni dopo: 3 punti e qualche gol in più, ma la difesa continua ad essere il tallone d’Achille

Trecentosessantacinque giorni dopo, è giunto il momento di tracciare i primi, veri, bilanci. È cambiata completamente la Lazio da allora. Innanzitutto in panchina c’è Stefano Pioli e non il sergente di ferro Vladimir Petkovic. È cambiata la rosa, che oggi può disporre di gente come De Vrij, Gentiletti, Braafheid, Basta Parolo e Djordjevic e che ha invece salutato gli highlander Biava e Dias. È cambiata la mentalità, più aggressiva e spavalda rispetto ad un anno fa, quando l’obiettivo era principalmente quello di non prenderle e affidarsi, di tanto in tanto, alla corsa di Candreva. È cambiato, in meglio, l’apporto dei tifosi, che hanno placato la protesta alla dirigenza per aiutare la squadra a tornare ad alti livelli.

ANNO NUOVO VECCHIA DIFESA – È cambiata pure la classifica: 3 punti in più. Non tantissimi, è vero, ma è da sottolineare come nella scorsa stagione la Lazio incontrò le difficoltà maggiori da metà novembre fino a Natale e dunque nel periodo che sta per arrivare (con Sampdoria, Napoli, Torino, Livorno ed Hellas vennero conquistati appena 4 punti). Passiamo ai gol fatti e a quelli subiti: la Lazio ha segnato 21 reti nel campionato in corso (16 nel 2013-14) ed ha subito 16 gol, esattamente come un anno fa. Un attacco migliore dunque, ma una difesa che continua ad essere l’anello debole. De Vrij sta convincendo, ma l’infortunio di Gentiletti ha messo Pioli nei guai. È infine da sottolineare il fatto che la scorsa stagione il capocannoniere della Lazio fosse un centrocampista (Candreva) con appena 4 reti all’attivo, mentre in questa stagione è Djordjevic a comandare, con 6 reti. E nessun rigore (l’esterno romano ne realizzò 2).