L'ANALISI DEL GIORNO DOPO - Una Lazio spuntata perde l'ennesimo treno per l'Europa - Lazio News 24
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L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Una Lazio spuntata perde l’ennesimo treno per l’Europa

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Zero tiri in porta, zero reti. Dov’è la novità? Poche emozioni e tanta noia consegnano alla Lazio l’ennesimo punto inutile, di una stagione iniziata male e destinata a finire peggio. Quando in due partite gli attaccanti non riescono mai a concludere verso la porta avversaria è evidente che non si può pretendere molto. Cambiano gli uomini, ma non cambiano risultati. L’attacco biancoceleste continua ad essere assente ingiustificato di un’annata altrettanto anonima. Se si sommano le reti di Djordevic, Klose e Matri non si raggiungono le marcature attuali di Federico Dionisi, attaccante del Frosinone (penultimo in classifica).

Per cercare di risolvere i problemi della Lazio ci si è fossilizzati troppo sulla difesa, unico reparto che numeri alla mano sembra funzionare. Hoedt e Mauricio dopo aver pagato un adattamento difficile al campionato italiano, nelle ultime uscite hanno dimostrato molta più sicurezza e senso della posizione, ma pagano purtroppo il dover giocare con troppi metri di campo alle spalle, non il massimo quando non si ha la velocità come caratteristica principale. L’olandese, arrivato un po’ in sordina e con l’etichetta del solito parametro 0 preso da Tare, sta rispondo sul campo a suon di ottime prestazioni. Anche ieri la palma di migliore in campo è stata la sua, nonostante sia stato chiamato a fronteggiare un osso duro come Pavoletti. Nota lieta anche l’impatto di Patric nella gara: molto timido inizialmente soprattutto in fase offensiva, ma la tecnica e la personalità non gli mancano. Si spera di vederlo con più continuità in futuro.

Le cattive notizie arrivano dalla mediana in avanti: ennesima prova incolore per Parolo, mentre Cataldi corre tanto e nel momento in cui è chiamato ad impostare pecca di poca lucidità. L’unico a salvarsi è Milinkovic-Savic. Il serbo con il suo temperamento e il suo non mollare mai, sta dimostrando di valere la cifra sborsata in estate dal presidente Lotito. Riuscire ad emergere in questo marasma generale non è semplice, soprattutto se vieni da un calcio totalmente diverso ed hai 20 anni, ma Sergej gioca con lo spirito di un gladiatore e la personalità di un senatore.

Cercasi A.A.Attacco… Filip e Felipe se ci siete battete un colpo. Per imporsi a grandi livelli l’impegno non basta e Djordevic ne è l’esempio lampante. I gomiti alti e il pressing asfissiante lo rendono uno dei pochi calciatori da cui bisognerebbe prendere esempio, ma se hai il 9 sulle spalle l’obiettivo principale deve essere gonfiare la rete.
Per uno che lotta e rincorre pur essendo conscio dei propri limiti, ce n’è un altro che fa della superficialità e del carattere i suoi più grandi difetti. Dieci partite in tre anni di Lazio non possono bastare per sentirsi arrivato e con il suo solito atteggiamento, Felipe Anderson continua a riempire di dubbi i tifosi laziali: “Giusto o sbagliato non venderlo?”
Tre stagioni sono abbastanza per capire le caratteristiche mentali, fisiche e tecniche di un giocatore: il numero 10 biancoceleste ha dimostrato di sapersi calare bene in delle realtà dove tutto va a gonfie vele, ma di faticare troppo quando il clima inizia a farsi pesante. Troppo limitativo per uno, il cui valore di mercato si aggira intorno ai 50 milioni.

Dopo aver gettato alle ortiche l’ennesimo biglietto per il “treno europeo”, non resta che sperare nella doppia sfida contro il Galasataray. Se alla squadra è rimasto un briciolo d’orgoglio, quella è l’occasione per tirarlo fuori. L’occasione per dare un senso a una stagione che rischia di finire con tre mesi d’anticipo.

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