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2013

In Piedi Lazio, è il momento di rialzarsi

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Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, dice un famoso detto. In casa Lazio che fine hanno fatto i duri? Che fine ha fatto quella squadra raggiante che dominava le partite in casa e faceva la cinica in trasferta? Dov’è quel magic team indicato da tutti come possibile anti-Juve? Lazio dove sei? La crisi è nera, nerissima. Infortuni, squalifiche, rosa ristretta, casi spinosi ( Cavanda, Diakitè e Zarate), errori arbitrali, mercato poco convincente. Che fine ha fatto quell’allenatore fiero e sprezzante che guidava i suoi in alto in classifica. Tante domande, poche risposte.

Proviamo a fare un po d’ordine: tutti si sono chiesti se la Lazio fosse Klose dipendente, chi diceva si chi diceva no, ora tutto è cambiato, all’unanimità si è arrivati ad una conclusione. Risposta affermativa. Il panzer tedesco è linfa vitale per i biancocelesti che pendono dalle labbra del suo campione e sono desiderosi di riabbracciarlo come non mai. Vogliono vederlo di nuovo li davanti perchè solo la sua presenza, annienta psicologicamente le difese avversarie. Floccari ha provato a farne le veci ma il numero 99, dopo un iniziale exploit, si è arenato come tutti i suoi compagni. Kozak, il bello d’Europa, in campionato continua a scendere in campo versione “calimero” non dando l’apporto dovuto come riusciva a fare due anni fa. Entrava, segnava, “distruggeva ” i difensori avversari. Ora è lento, molle e prevedibile. Il francese Saha, giocando solo qualche spezzone, ha mostrato buona mobilità e chissà che in futuro non sia proprio lui il vero vice -Klose, i tifosi lo sperano.

Nella capitale, sponda laziale, tutti si chiedono: perchè i vari Campagnaro, Marchese, nonostante sono in scadenza di contratto, corrono e si dannano l’anima per il loro club invece nella Lazio i giocatori prossimi all’addio, nonostante il lauto ingaggio, vengono emarginati. La guerra tra Ulisse Savini e la dirigenza laziale sta distruggendo la squadra. Pereirinha ha dimostrato che da laterale basso di destra è inappropiato soffrendo le scorribande di chi lo affronta su quella zona di campo. Ok Cavanda non è Maicon ma può sicuramente dare molto in quella zona. Per di più rientrerebbe in campo motivato ai massimi livelli per dimostrare alla società di aver sbagliato ad averlo messo ai margini del progetto. La Lazio ha sofferto di vertigini, ora bisogna inseguire, bisogna confrontarsi e fare quadrato cancellando questi due mesi orribili ( almeno in campionato ).

La primavera sta arrivando, la Lazio deve sbocciare. Tutti rivogliono la cenerentola che correva e faceva sognare i propri sostenitori. La fiducia in Petkovic c’è, dovrà essere bravo a tirare fuori di nuovo il meglio dai suoi. Il terzo posto è li, ad un solo punto, nulla è perduto. Saranno tre mesi di fuoco, serve una rinascita stile “Rocky Balboa”: successo, caduta in disgrazia, ritorno. I primi due punti sono stati toccati, ora manca l’ultimo, il più importante, quello decisivo, quello che porterà la banda Petkovic fino alla fine dell’anno. “Non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti”, diceva Rocky a suo figlio. Petkovic dovrà fare lo stesso con i suoi ragazzi, motivarli come se fossero i propri figli dimostrando in primis che lui sa incassare e rispondere. In piedi Lazio! In piedi! Rialzati e combatti. Il gioco è ormai durissimo, “Let’s start to play the game”!

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