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Caso Zarate, Tare e Calveri a processo: il 19 ottobre la prima udienza

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Il ds della Lazio, Igli Tare, e il segretario generale, Armando Calveri, dopo essere tati rinviati a giudizio dal Gup Patrone nel luglio scorso, vedranno iniziare il dibattimento di primo grado esattamente fra un anno. La prima udienza del processo davanti al giudice monocratico è stata fissata per il 19 ottobre 2017, non per oggi come erroneamente ritenuto in un primo momento. I due dirigenti biancocelesti – difesi dall’avvocato Nicola Capizzoli – sono accusati di falsa testimonianza nell’ambito della vicenda relativa a Mauro Matias Zarate, il giocatore argentino che dopo una lunga diatriba giuridica era stato prima condannato dalla camera di Risoluzione delle Controversie della Fifa, in solido con il Velez, a pagare un indennizzo di circa 6 milioni di euro perché nell’agosto 2013 si era svincolato unilateralmente della Lazio; la sentenza lo scorso 8 ottobre, come noto, è stata ribaltata dal Tas di Losanna che ha accolto il ricorso del giocatore. Il calciatore attualmente in forza alla Fiorentina, ha proseguito la battaglia prima in sede di giustizia civile, sezione Lavoro, ramo da cui è derivata questa fattispecie penale che ha condotto alla richiesta di rinvio a giudizio la cui fondatezza era al centro dell’udienza preliminare prevista appunto per domani. La Procura di Roma, nella persona del pm Carla Canaia, ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dei due dirigenti per quanto reso nella deposizione davanti al giudice del lavoro nell’udienza del 6 novembre 2014. «Perché affermavano falsamente – si legge nel capo di imputazione – che Mauro Zarate dopo il mese di marzo 2013 e fino all’inizio del mese di giugno 2013 non si era presentato nel centro sportivo di Formello e non aveva più partecipato agli allenamenti previsti». La pronuncia di Canaia si basa su quanto prodotto dall’argentino alla Procura per dimostrare come lui in realtà tra marzo e giugno 2013 fosse a Formello allenandosi regolarmente e professionalmente. Lo staff legale di Maurito ha presentato sia le testimonianze di due ex compagni di squadra, Diakite e Cavanda – che all’epoca si allenavano in orari differenti rispetto al resto della prima squadra allenata da Vladimir Petkovic – sia foto scattate di nascosto e brevi video girati nel corso degli allenamenti, frames con un quotidiano in mano per indicare una data e una location per dimostrare che Zarate c’era. La Lazio, rappresentata dall’avvocato Gian Michele Gentile, sostiene le tesi che il calciatore ad aprile e giugno non fosse presente con continuità nel quartier generale laziale, portando a sostegno di questa tesi sia le testimonianze di tesserati come Mauri e Petkovic, sia il certificato medico prodotto dallo stesso calciatore nel quale si attestava la necessità di un periodo di riposo dovuto allo stress subìto a causa della vicenda. 

Fonte: Gianluca La Penna – Laziofamily.it

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