11 giugno 1995: la rivolta dei laziali blocca il trasferimento di Signori - Lazio News 24
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11 giugno 1995: la rivolta dei laziali blocca il trasferimento di Signori

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L’11 giugno 1995 l’annuncio di Cragnotti: Giuseppe Signori venduto al Parma. Subito i tifosi laziali scendono in piazza e mandano all’aria l’affare

Quando una rivolta popolare può cambiare le sorti del calciomercato. «Giuseppe Signori venduto al Parma per 25 miliardi»: così titolano le prime pagine dei principali quotidiani sportivi. Manca solo la firma, ma Cragnotti e Tanzi hanno già trovato l’accordo. Roma si paralizza, un senso di impotenza pervade i tifosi biancocelesti: ‘re Beppe’ non vestirà più la maglia con l’aquila sul petto.

MANIFESTAZIONE – In 4000 mila raggiungono la sede di Via Novaro con il cuore gonfio di rabbia. Nel pomeriggio il corteo arriva fino a Piazza Barberini, dove c’è la sede della Cragnotti e Partners. Lanciate monetine e pomodori, distrutte confezioni di latte. Le telecamere si fermano ad inquadrare uno striscione raffigurante l’unico re dei capitolini, l’autore di 76 reti in 105 partite disputate in tre stagioni, in due parole: Beppe Signori.

REAZIONI – La voce raggiunge il Brasile ed arrivano le parole del diretto interessato: «A Roma sto bene. Pensavo di essere in sintonia con questa società, hanno fatto tutto loro. E’ assurdo che io sia l’ultimo a sapere le cose!». 

LE PAROLE DI DINO ZOFF18.30. Dopo un incontro di due ore con Cragnotti e Geronzi, prende parola l’allenatore della Lazio Dino Zoff«Posso comunicarvi che Signori viene tolto dal mercato e rimarrà qui almeno fino al giugno ’98, secondo scadenza contrattuale». Gioia nei cuori dei sostenitori della prima squadra della Capitale, desiderosi solamente di ascoltare queste dichiarazioni. La passione e l’amore hanno vinto sull’interesse economico: il popolo laziale è in festa. Roma ha ancora il suo re.

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